Archivi del mese: novembre 2012

Paolo Giordano, Il corpo umano, quindi è così che va in pezzi, pensa

Il corpo umano di Paolo Giordano

Il corpo umano di Paolo Giordano
Mondadori, ottobre 2012, 9,99 €
Reading Life: 5 ore di lettura, 25 minuti ogni sessione, 2512 pagine girate.

«Lascia che quella sensazione appiccicosa lo trascini in una serie di fantasie via via più cupe, fino a sfiorare pensieri di morte».

Comprarlo, non comprarlo, alla fine ho deciso, un salto su inMondadori e dopo un attimo ecco il secondo libro di Giordano – nei giorni precedenti mi ero dedicato al suo esordio, ne scriverò – sul mio Kobo Glo. Cinque ore dopo… va bene, ben descritta la storia dei fratelli Egitto, buffa quella lunga digressione in Gulistan, l’ambientazione militare ed anche le storie “laterali” di personaggi come René, Ietri, Cederna, Masiero che in fondo al protagonista di questo libro, Alessandro Egitto, non importano granché tanto che a un certo punto non hanno preso neppure il sottoscritto.

Veniamo a noi: “Il corpo umano” non è una storia di/sulla guerra (almeno quanto non lo è il film “Mediterraneo”; chissà se il personaggio di Abib non sia un omaggio al “Nonzo” di Salvatores), non è una storia scritta male – fila liscia fino alla sua conclusione ad orologeria, con i suoi bravi colpi di scena ecc. – ma di sicuro potrebbe non “prendere” tutti i suoi lettori. Quando a un certo punto mi sono trovato a domandarmi: “Ok, allora adesso chi morirà tra i soldati che mi ha descritto Giordano?” ho capito di essere saltato fuori dal Lince, di essere sfuggito al suo meccanismo narrativo.

Quand’è che si ripiomba all’interno della storia di Giordano? Quando (sebbene di certo si sia documentato, abbia persino toccato con mano la polvere afghana per ricreare l’ambientazione militare ed esotica) narra del rapporto tra i due fratelli Egitto – Alessandro e Marianna – la vicenda che voleva raccontare, quella dove si trova più a suo agio, quella dove gli riesce meglio continuare a indagare la sua ossessione: quanto i nostri corpi siano reali (e abbiano esigenze del tutto estranee alla mente razionale) e quanto le nostre esistenze siano invece in balia dei sentimenti e della ragione. Aspetto un terzo libro più felice.

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Kobo Touch Cover, una recensione della custodia standard di Gecko

Gecko Cover standard, look total black

Una cover standard per Kobo, un anno fa ho scelto Gecko (geckocovers.com). Mi avete sollecitato questo post che in fondo avrei dovuto scrivere mesi or sono, quando ho comprato una custodia nera standard per il Touch nell’ottobre 2011. Mi ha servito bene e inoltre costa appena cinque euro in meno rispetto alle cover luxe rossa che ho acquistato di recente per un nuovo arrivato, il Kobo Glo, versione potenziata del Touch (parlo della risoluzione dello schermo e del processore) oltre che dotata di illuminazione. Siete in dubbio su quale prendere tra i due? Il Glo è il vostro lettore per Natale 2012.

Dicevamo delle custodie Gecko, questa azienda dei Paesi Bassi produce cover per diversi lettori di libri digitali quindi un giro sul loro sito potete farlo anche se non avete un Kobo, ci mancherebbe; gli articoli che vi piacciono si acquistano con la carta di credito e arrivano via posta senza spese di spedizione. La cover standard per Kobo assicura l’ereader su quattro angoli, i due superiori tramite elastici che permettono con agilità di mettere e togliere il lettore. La sensazione di stabilità è molto buona, potete dei cari vecchi elastici, anche la chiusura stile Moleskine funziona bene, si è solo un po’ allentata negli ultimi mesi.

Rispetto alla cover luxe rossa con l’interno nero che ho preso per il Glo cosa cambia? Il Kobo è meno protetto dagli urti in generale. Attenzione, in generale. Una volta infatti ho fatto cadere il Kobo da un metro di altezza sull’asfalto e il suo angolo destro superiore si è un po’ schiacciato all’impatto. La stessa cosa potrebbe capitare con la versione luxe dove ugualmente quell’angolo è scoperto. In alto a destra c’è il pulsante di accensione/spegnimento dei lettori Kobo (tenetelo a mente perché ne riparlerò) quindi c’è poco da fare, deve rimanere “libero” per consentire all’utente di gestirlo.

Nell’utilizzo la cover standard è più spartana e meno effetto peluche della versione di lusso, (difficile da spiegare, pare avere meno materiale fra le mani ma forse è una suggestione) e soprattutto ha un punto debole. Qual è? L’elastico che imparerete a non usare mai, quello in altro a destra che va a coprire il tasto di accensione/spegnimento, mi auguro che le immagini qui sotto vi chiariscano le idee. La cover standard per forza di cose sarà usata a 3/4 – con il Touch o il Glo è uguale – perché quella levetta, con la quale si accende e si spegne il lettore, si usa troppo di frequente.

Certo che l’elastico di chiusura della cover oltre che fare molto “cartellina da scuola” è meno ingombrante della clip di cui è dotata le versione luxe… In una ipotetica gara di ergonomia tra le due, dico il mio parere, non voglio essere depositario di verità assolute, vincerebbe la standard: nell’utilizzo comune durante la lettura è fantastica, pare di non averla e allo stesso tempo se dovete “chiudere il libro” e rimettere il Kobo in borsa o nello zaino è un attimo. La luxe è un po’ più ingombrante da questo punto di vista, ti fai più problemi a strapazzarla, almeno, per ora per me è così 😉

Tra 19,95 euro (standard) e 24,95 euro (luxe) non so che cosa dirvi, sia la versione semplice sia la versione lusso hanno pregi e difetti. Ecco, posso dirvi che sono custodie e non “buste” dove infilare l’ereader quindi renderanno per forza il vostre lettore digitale più grande di quello che pensavate in un primo momento (si gioca tanto sulla portabilità e la leggerezza ma vi renderete conto che una protezione per lo schermo serve), a ogni modo anche così nella tasca di un cappotto ci entrano senza problemi. E come ho chiuso anche l’altra recensione, non esitate, portate il vostro Kobo in giro!

Immagini | lettoredigitale.com

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Kobo Glo Cover, una recensione della custodia Luxe di Gecko

“C’è anche rossa?”

Una cover per Kobo, un unico grido: Gecko. Ricordate qualche settimana fa? Vi annunciavo che avrei acquistato una custodia per il mio nuovo Kobo Glo, al solito mi sono fidato degli olandesi di geckocovers.com che già mi avevano stupito in positivo con la custodia nera standard per il Touch che avevo preso l’anno scorso. Stavolta sarà che l’oggettino è più grazioso, e qualche pensiero ai led che illuminano lo schermo ce l’ho, ho optato per una luxe cover (e non sono il solo, vero Sandra Olianas? Avete letto il suo post “Kobo Glo. Il mio libro ancora più magico”? No? Dovete!).

Non so se le custodie Gecko siano disponibili nei negozi o meno, io ho sempre optato per ordinarle direttamente dai Paesi Bassi; fatta la richiesta lunedì il martedì della settimana dopo (otto giorni “pieni” di attesa, scusate ma faccio sempre confusione con quelli lavorativi e non) mi è arrivata come il precedente acquisto via posta senza alcun intoppo. Quella che vedete nell’immagine sotto è la vista frontale, il tasto a clip di chiusura rimane quindi sul retro. Almeno a me fa l’effetto che la cover sia sempre “a rovescio” – potrebbe alla lunga risultare fastidioso – ma io dopo un po’ ci ho fatto l’abitudine.

Come l’amico Schumi e Sandra ho optato per la custodia rossa con l’interno nero; il Glo si infila da sinistra a destra, dà l’impresisone di essere molto protetto, e rimangono liberi gli alloggiamenti per il cavo USB nella parte inferiore (è visibile di conseguenza anche il logo Kobo) e i tasti per l’accensione/spegnimento sia del lettore sia della luce nella parte in alto a destra. Niente più elastici come nella cover standard (angoli in alto a destra e sinistra) dove di fatto quello a destra non si utilizzava quasi mai in lettura perché impedisce un agevole utilizzo del tasto accensione/spegnimento, appunto.

Nell’utilizzo la cover mi è sembrata comoda, è molto “morbida”, oltre che fatta abbastanza bene a livello di rifiniture (sì, è un made in Estremo Oriente come il 99% deglia accessori legati al mondo dell’elettronica), più pratica per l’accensione/spegnimento della standard ma meno adatta se volete/dovete prendere appunti con frequenza. Perché? Perché lo spessore della cornice della cover, quella che regge il device su tre lati, è alto e rende la tastiera virtuale un po’ scomoda quando si tratta di premere i tasti posti in loro prossimità. Mi auguro di avervi fatto capire il tipo di disagio, comunque contenuto.

A differenza della cover standard non si chiude con un elastico stile Moleskine ma con la clip dando l’impressione di una maggiore protezione del lettore digitale – tenete però conto che essendo la chiusura sul retro potrebbe darvi fastidio durante la lettura. Non mi sono arrischiato di farlo cadere apposta ma una caduta normale da un metro dovrebbe assorbirla – mi era capitato con il Touch e la cover standard – proteggendo adeguatamente lo schermo (un po’ meno l’angolo in alto a destra che rimane più scoperto e vulnerabile) da shock irreparabili.

Il consiglio al solito che do ai nuovi lettori digitali è di procurarsi una cover che vi piaccia se intendete fare un uso extradomiciliare del vostro ereader. Serve. Lo ripeto. Serve. Magari pensate di no, ma fidatevi. Serve. Quelle della Gecko costano tra i 19,95 euro (standard) e 24,95 euro (luxe), sono realizzate bene e non pagate la spedizione acquistando direttamente su Amazon. Ma siete liberi di scegliere la marca e il tipo che preferite; mi auguro di avervi chiarito le idee su questo paio di modelli realizzati da una giovane azienda europea. Bene, se ora siete equipaggiati, portate il vostro Kobo in giro!

Immagine | Spot Fiat Seicento

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