Archivi del mese: settembre 2013

Comprare ebook in offerta, come si fa. Consigli per chi ha acquistato un lettore

"Tu mi devi sbalordire, informazioni, non importa dove o come le ottieni".

“Tu mi devi sbalordire; informazioni, non importa dove o come le ottieni”.

I libri tradizionali godono in modo saltuario di sconti in determinati periodi dell’anno. Non svelo nulla ai lettori voraci che aspettano queste occasioni come piranha. E per gli ebook come funziona? Su internet come faccio a capire quando un libro elettronico è scontato? E come si fa a prenderlo al volo? È nella nostra indole nazionale pare del resto trovare estrema soddisfazione nel dimostrarsi più scaltri degli altri, trovare il tale prodotto al 50% di sconto quando sappiamo che il collega l’ha comprato a prezzo pieno gratifica. Ecco allora dei consigli per approfittare anche voi di simili iniziative promosse o dalle case editrici o dalle piattaforme di distribuzione degli ebook in Italia. Mi rivolgo a utenti non Kindle, a chi vale a dire può caricare sul proprio lettore ebook in formato .epub o .mobi con DRM comprati “fuori” da Amazon.

Consiglio numero uno: iscrivetevi alle newsletter delle principali librerie on-line, se vi annoia ricevere le loro mail nella vostra casella di posta personale createvene una dedicata. Sono molto utili, penso soprattutto a quelle di IBS (Internet Bookshop Italia) e Bookrepublic, o a quella di Lucia, la libraia di Ultima Books. Le promozioni sugli ebook durano spesso lo spazio di una sola giornata, sovente ricorrono in occasioni di eventi particolari o anniversari; avvisati per email la mattina potrete ragionarci su tutta la giornata ed entro la mezzanotte procedere all’acquisto, sempre che nel frattempo vi siate convinti. Un ebook scontato può arrivare a costare quanto un caffè o un cappuccino quindi in genere conviene sempre (non vorrete vivere con la malinconia di non avere risparmiato 7/8 euro?).

Consiglio numero due: tenete d’occhio i social network dove sono attive le case editrici e le librerie on-line, Facebook e Twitter su tutti. Oltre a propagandare i prodotti in uscita e il catalogo, dove potrete anche interagire con loro lamentandovi dei prezzi troppo alti degli ebook se vorrete, un post o un tweet possono cambiare l’umore di una giornata annunciando un titolo tanto desiderato che da prezzo pieno passa scontato alla metà. Se venite a conoscenza così di queste promozioni l’unica scocciatura potrebbe essere rappresentata dall’esclusività. Cosa voglio dire? L’ebook dei vostri sogni potrebbe essere scontato solo sullo store indicato dalla casa editrice (da qui magari il “fastidio” di doversi registrare per un solo acquisto a quella determinata libreria) e non su tutte. In genere però un titolo viene ribassato di prezzo su più canali.

Consiglio numero tre: frequentate i siti delle case editrici. Ebbene sì, uno potrebbe dire, per quale motivo? Innanzitutto dedicano sezioni specifiche del loro sito ai titoli disponibili in ebook, quindi potrete in un solo colpo d’occhio farvi un’idea dei prezzi praticati da quell’editore; in secondo luogo, mi è capitato in almeno un paio di occasioni, trovi solo sul loro sito offerte lampo che nelle librerie on-line non trovi (attenzione: parlo di case editrici che hanno un loro sistema di ecommerce dedicato, vedi ISBN Edizioni, Fanucci ecc.). Altro vantaggio, verrete indirizzati subito allo store di riferimento – quando non è Amazon è IBS – di quella casa editrice e risparmierete così oltre al vostro denaro anche il vostro tempo.

Per incentivare la lettura digitale del resto sono rassicurato nel trovarmi d’accordo con Marco Ferrario (fondatore e CEO di Bookrepublic) che, incalzato da Salvatore Nascarella su www.sail4sales.com afferma, a mio avviso con ragione da vendere: “Occorre uscire dalla logica della standardizzazione dell’offerta e dall’appiattimento sulle promozioni uguali su tutti gli store”. Se dobbiamo ricreare nell’esperienza di acquisto digitale un brivido “analogico”, l’esclusività di cui parlavo all’inizio – trovare quel titolo a due euro su quella tale bancarella della piazza della mia città e non altrove – è importante. Far percepire al consumatore finale che gli editori (o le piattaforme) “fanno cartello” non è una modalità da consigliare a nessuno. Se le mie tre dritte non vi avessero convinto leggete anche il post di Mariangela Lecci su Finzioni.

Immagine | Wall Street (1987)

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Eraldo Affinati, Elogio del ripetente, in cerca dei tamburini che si sono smarriti

Elogio del ripetente di Eraldo Affinati

Elogio del ripetente di Eraldo Affinati

Elogio del ripetente di Eraldo Affinati
Mondadori, 2013, 4,99 €
Reading Life: 36 minuti ogni sessione, 1.8 ore di lettura, 218 pagine girate, 2.0 pagine al minuto

«Per riuscire a creare la concentrazione in un quindicenne demotivato, la cui autostima è pari allo zero, bisogna realizzare una piccola impresa. Innumerevoli sono le sconfitte. Però ci sono anche le vittorie: quelle che nessuno vede, da cui nascono i cittadini del futuro».

In quanti hanno raccontato la scuola del nostro Paese? In tanti, sin dall’Unità di Italia ora che mi ci fate pensare. Allora perché leggere un’ennesima riflessione? Non ce ne sono già abbastanza? Non hai letto Starnone e Mastrocola ecc.? Lo ammetto, ero diffidente, avvicinarmi a questo ebook di Eraldo Affinati non è stato semplice, poi non ho mai amato i ripetenti mentre sin dal titolo l’autore chiarisce come a lui stiano simpatici: “Tuttavia già allora [all’inizio della sua carriera come professore, ndr] mi sentivo spinto verso i più negligenti”.

Eppure ogni epoca ha un modo diverso di raccontare quel che accade nelle aule scolastiche e se a farlo è una buona penna come quella di Affinati non c’è che da goderne. “Oggi i ragazzi sono lasciati nel vuoto dialettico, privi di ostacoli da superare. I loro insegnanti restano gli unici ormai a doverli richiamare ai valori della serietà, del rigore e della concentrazione in una società che punta sulla bellezza, sulla sanità [sic! ndr] e sulla ricchezza”, scrive Affinati, l’eterno lamento della classe insegnante? Non proprio, la fotografia impietosa di uno stato di fatto, probabilmente.

L’autore del resto non è indulgente neppure verso la sua categoria se afferma che “troppo spesso i ragazzi hanno di fronte individui eternamente giovani, i quali si illudono di poter ancora cambiare. Ecco perché insegnare significa viaggiare nel tempo: fuori e dentro se stessi”.  Chi sono allora i ripetenti? I punti più sensibili di un’epidermide – il nostro Paese in divenire – che sa di essere lacerata, che distrugge se stessa emarginando i più deboli invece di integrarli, e non parliamo solo degli insegnanti che gettano la spugna ma anche dei compagni di classe che li lasciano andare a fondo.

I ripetenti, scrive Affinati, non sono né stupidi né sprovveduti, hanno anzi “una sorprendente capacità di autoanalisi” dei loro comportamenti autolesionistici; i perdenti manifesti – perché è facile intuire dalle riflessioni dell’autore che l’immensa massa dei perdenti occulti, i mediocri, sia per lui ben più preoccupante – sfoggiano di fronte a chi chiede loro le ragioni di un due o un banco rovesciato “[…] un sorriso irripetibile di stupore e meraviglia. Se io fossi capace di decifrarlo, potrei anche fare a meno di scrivere questo libro, perché dentro le mie parole ci sarebbe tutto lo spirito del ripetente”.

Se nella scuola di un Paese puoi riconoscerci una nazione intera è inutile interrogarsi tanto su “cosa sia accaduto nella testa degli scolari, grandi e piccoli” perché “non si sa. […] Noi rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro. Lo stanno facendo in tanti in questo Paese malato, non solo a scuola, anche se non vengono illuminati dalla luce dei riflettori”. Volete una ragione per leggere Elogio del ripetente? Ve ne do una, è un testo ottimista anche se parla del sistema educativo italiano. Poi magari potrete non essere d’accordo con le tesi di Affinati ma quel di cui abbiamo bsogno oggi è costruire, partendo amgari da chi non ce l’ha fatta la prima volta.

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John E. Williams, Stoner, era se stesso e sapeva cosa era stato

Stoner di John E. Williams

Stoner di John E. Williams

Stoner di John E. Williams
Traduzione di Stefano Tummolini
Fazi Editore, 2012, 6,99 €
Reading Life: 16 minuti ogni sessione, 5 ore di lettura, 1110 pagine girate, 3.7 media pagine per minuto

«Spietatamente, vide la sua vita come doveva apparire agli occhi un altro. Fondamentalmente, con calma, realizzò che doveva sembrare un vero fallimento».

Arrivo ben ultimo a cantare le lodi di Stoner, la storia di John E. Williams che Fazi Editore ha portato all’attenzione del lettore italiano nella traduzione di Stefano Tummolini (trovate un’intervista alla voce italiana di Stoner qui: lostraordinario.blogspot.it); se è vero com’è vero che incontrare di persona l’autore di un’opera amata si rivela spesso deludente avrei corso volentieri il rischio nel caso di Wlliams – ahimè, scomparso nel 1994 – per domandargli… come diavolo c’è riuscito? Come è riuscito a rendere indimenticabile una vita ordinaria?

“Stoner” non è infatti un thriller, un libro di avventure, o la biografia di uno sportivo ricca di eventi – non a caso richiamo lo stupendo “Open” pubblicato da Einaudi; il ghostwriter di Agassi, J.R. Moehringer, ha lo stesso dono di Williams nel rendere accattivante una vita in questo caso non dedicata allo studio ma allo sport – ma la storia di William Stoner (1891-1956), ricercatore e insegnante di Letteratura inglese presso l’Università del Missouri. Mi accorgo di scrivere di Stoner quasi sia stato “reale” e non il personaggio inventato da uno scrittore, questo per darvi un’idea di che razza di talento avesse John E. Williams nel narrare storie.

Anche le sparute recensioni negative a “Stoner” rendono omaggio a Williams, in genere esprimono perplessi il quesito: “Che interesse avevi caro scrittore di farmi perdere allegria e tempo? Di raccontarmi la vita di un fallito? Le vicende di un personaggio che non fa altro che subire la Vita e la Storia, sia nella felicità sia nelle disillusioni?” Anche a me non piacciono i drammi e preferisco ricercare nella letteratura e nelle storie che leggo la gioia e la bellezza; la bellezza nella storia di Wiliams risiede nella tecnica di scrittura, la gioia nel messaggio positivo che nonostante tutto credo vi sia in questo libro.

La ricerca di senso, l’amore e l’amicizia se non riuscite a vederli in “Stoner” probabilmente vi dimostreranno una volta per tutte che siete abbastanza disillusi della vostra esistenza, mi auguro che non siate sotto i trenta, invece questi tre elementi nella storia di Williams ci sono e gridano forti, dallo schermo di un ebook reader o da una pagina di carta poco importa, che l’essere qui e ora ha importanza e che le vite di noi tutti – anche quelle apparentemente più insignificanti – non si devono arrendere al cinismo.

Oltre a questo il lettore attento troverà anche cinquant’anni di storia degli Stati Uniti d’America pennellati ad acquerello – la Grande Depressione, le due guerre mondiali, il boom degli anni Cinquanta – il che non guasta. Può darsi che abbia equivocato “Stoner”, che i concetti espressi nel paragrafo sopra non siano passati neppure per la testa di Williams, eppure questa storia, come scrive anche Peter Cameron nella postfazione, sono sicuro che la rileggerò ancora, perché non è un esercizio di bravura e non è una scrittura a perdere ma potrà solo arricchirvi se vorrete ascoltarla.

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