Archivi del mese: ottobre 2013

Pier Luca Santoro, L’edicola del futuro, il futuro delle edicole, che fine farà la carta stampata?

L'edicola del futuro di Pier Luca Santoro

L’edicola del futuro di Pier Luca Santoro

L’edicola del futuro, il futuro delle edicole di Pier Luca Santoro
Informant, 2013, 2,99 €
Reading Life: 14 minuti ogni sessione, 1.2 ore di lettura, 224 pagine girate, 3.2 media pagine per minuto

«Anche le edicole sopravviveranno se, partendo dall’informatizzazione, saranno un centro di prodotti ma anche di servizi a valore aggiunto per le persone e per gli editori».

Pubblicato da InformAnt (“Fatti e Dati che meritano una storia” recita il loro slogan), un editore nativo digitale con quattordici ebook a catalogo (luglio 2012 – ottobre 2013), L’edicola del futuro di Pier Luca Santoro è la breve disamina di una figura invero del tutto trascurata dal lettore italiano, l’edicolante; o meglio, più che trascurata talmente fatta propria dall’immaginario collettivo che a volte pare che l’edicola all’angolo – specie se abitate nel Milanese, a Roma o in Emilia-Romagna –  sia una sorta di presenza immutabile e stabile nel panorama delle nostre città, ci facciamo caso solo quando chiudono e dal 2005 ad oggi hanno “tirato giù la cler” ben 12.000 edicole su 43.000.

Ho “conosciuto” Pier Luca Santoro – esperto di marketing, comunicazione & sales intelligence – da appena una settimana, mi ha fatto piacere leggere l’appello scritto sul suo blog “Festival Internazionale del Giornalismo: Stay On Top” a favore della continuazione dell’International Journalism Festival di Arianna Ciccone e Chris Potter. Essere pro qualcosa in Italia è molto più importante che essere contro quindi ho voluto anche acquistare un suo scritto per conoscerlo meglio, il suo saggio breve poi ha punti di contatto con l’editoria libraria, argomento che mi interessa, quindi poteva e può esseremi utile, non mi ha infatti deluso. Sappiamo davvero come “funziona” un edicola? Difficile a meno che non ci lavoriamo.

“Le edicole, contrariamente agli altri esercizi commerciali, non scelgono cosa acquistare e in quale quantità” basta questa frase de “L’edicola del futuro” per giustificare la spesa sostenuta per acquistare questo ebook, almeno, a me è bastata. Partiamo da qui e pensiamo alla nostra edicola di riferimento, a quanto essa si sia riempita negli anni di ogni genere di prodotto quando centocinquanta anni fa ci trovavi solo i giornali; fare l’edicolante è davvero diventato complicato (oltre che molto faticoso, lavorano 80 ore a settimana) e allora insieme ai difetti congeniti del sistema distributivo dell’informazione cartacea in Italia come fare per aiutare il giornalaio? Santoro propugna con forza l’informatizzazione delle edicole, un gestionale integrato efficace potrebbe sgravare l’attività quotidiana di migliaia di lavoratori, esiste? Ancora no.

“La necessità di ripensare le relazioni tra le diverse fasi della catena del valore” è fondamentale per l’autore che ritrova nel canale di vendita (le edicole) il vero fattore di forza sul quale gli editori italiani dovrebbero puntare, obbiettivo arduo nel nostro paese dove tra l’altro gli editori più grandi posseggono di fatto anche la maggioranza del sistema distributivo dell’informazione stamapata; Santoro vorrebbe disintermediare questo rapporto e far dialogare direttamente le edicole del futuro con gli editori spaventati dalla digitalizzazione. È paradossale del resto che gli editori sappiano nel XXI secolo “poco o nulla di quel che avviene quando il loro prodotto [esce] dalle rotative [e] viene caricato sul camion”. Eppure è così, la carta stampata si estinguerà (e le edicole con lei) nel lungo periodo se non rinnoverà le sue modalità di approccio al lettore, che non sono scrive Santoro la stampa on-demand in due minuti del tuo quotidiano che pure si sta sperimentando.

In chiusura dell’ebook mi ha molto colpito infine l’intervista a un “edicolante visionario”di Terni, Massimo Ciarulli che afferma: “Un edicola con meno paccottiglia […] potrebbe destinare i suoi spazi per esempio a un’editoria libraria di piccolo prezzo, tipo Oscar, tipo libri a mille lire. Si presta molto meglio l’edicola della libreria per veicolare questo genere di libri a basso prezzo”. Secondo dati Demoskopea del 2002 (cit. “Rapporto sulla piccola e media editoria in Italia” di G. Peresseon) dieci anni fa esistevano 4000 librerie propriamente dette più 4500 edicole/librerie… se anche le restanti 28.500 avessero venduto libri oltre che giornali non sarebbe stato un vantaggio per la cultura nel nostro paese oltre che per l’industria editoriale? Non siamo ancora in tempo per ripensare al ruolo delle edicole come presidio culturale e democratico?

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Acquistare ebook su Feltrinelli per ereader Kobo, come si fa

    Novità per Librerie Feltrinelli ed ebook, da metà ottobre cosa cambia dopo l'accordo con Kobo

Novità per Librerie Feltrinelli ed ebook, da metà ottobre cosa cambia dopo l’accordo con Kobo

Nuovi ereader Kobo in arrivo nelle Librerie Feltrinelli a partire da lunedì 21 ottobre mentre già si scontano i modelli base come il Kobo Touch; se non lo sapevate ora ne siete a conoscenza, un accordo con Kobo di cui vi abbiamo scritto ha fatto sì che laFeltrinelli abbia adottato a partire da questo autunno gli ereader nippo-canadesi come device privilegiato per i propri utenti appassionati di lettura digitale. Anche il sito delle librerie si è aggiornato, vediamo di capire cosa è cambiato.

È ben presente in home page il rimando ai nuovi lettori; c’è anche una finestra pop-up che riporta lo slogan: “Stasera mi porto a letto tutta la Feltrinelli. Con Kobo puoi” e tre parole chiave, Scopri, Spazia e Sorprenditi. Si punta sui suggerimenti settimali di titoli, sull’assortimento e sul leggere ovunque – “anche alla luce del sole” riferito all’iPad e al suo schermo riflettente ma avrebbero forse scritto meglio “anche al buio” vista l’illuminazione integrata dei Glo e dei due Aura.

È presente una nuova pagina dedicata agli ereader Kobo, accessori compresi; sono presenti tutti i modelli tranne i tablet e il Kobo Mini. Questa sezione dopo una nostra veloce ricognizione sul sito ha fatto passare in secondo piano modelli di ereader riconducibili ad altri marchi – Trekstor, Booken e Nilox – che per adesso, ma non sappiamo fino a quando, si possono trovare solo in una sezione a parte (cliccate qui se volete vederla) fortemente scontati.

Ok, ma se io ho già un lettore Kobo e volessi acquistare un ebook? Oppure viceversa, un ereader Kobo non lo comprerò mai e voglio comprare un ebook sul sito delle Feltrinelli? Calma, calma, adesso “tel disi” come dicono a Milano. Un esempio pratico aiuta più di mille parole. Mettiamo che vogliate scaricarvi il primo capitolo di “Makers. Il ritorno dei produttori” di Chris Anderson che quelli di Rizzoli Etas hanno messo sullo store in versione gratuita.

ebook_info_laFeltrinelliSotto la sinossi dell’ebook andiamo a vedere le altre informazioni, quelle che ci servono per capire cosa stiamo andando a scaricare. Ok, in questo caso il libro digitale di Anderson è disponibile in formato epub in due versioni, sia protetto da DRM Kobo sia protetto da DRM Adobe. Lo aggiungo al carrello, confermo e vado al riepilogo dell’ordine. Adesso non mi resta che cliccare su “Vai alla cassa”. Nel frattempo ho naturalmente anche già fatto il login al sito de la Feltrinelli con nome utente e password.

A questo punto il sistema di ecommerce delle Librerie Feltrinelli riconosce la mia mail come già appartenente ai registri degli utenti Kobo e mi chiede di inserire la password relativa. Da questo momento l’account Librerie Feltrinelli e l’account Kobo saranno collegati e gli ebook acquistati sia sul sito http://www.kobobooks.it sia sul sito http://www.lafeltrinelli.it appariranno nella libreria Kobo. Sì lo so, fa un po’ 1984 di Orwell vedere apparire tutti i tuoi acquisti su una piattaforma diversa da quella dove li avete acquistati ma così è.

Login-Password-Kobo-laFeltrinelliLibreria_Kobo_LaFeltrinelliOra accedendo nella vostra area personale alla pagina I MIEI EBOOK troverete tutti i vostri libri digitali, in questo caso c’è  in fondo l’ultimo acquisto (vedi immagine sopra). Cliccando su EPUB scaricherete il file .acsm per aggiungere alla  libreria Adobe Digital Edition l’ebook che avete selezionato – se protetto da DRM – oppure direttamente il file epub. Che dire, laborioso certo ma già più vicino – si salta un passaggio – al lettore non tecnologico il sistema escogitato da Kobo/laFeltrinelli rispetto a quello Kobo/inMondadori.

Aggiornamento 05/11/2013: Sembra più difficile di quanto pensassi per un lettore in possesso di un ereader non Kobo continuare a leggere acquistando su laFeltrinelli, l’area download sembra ora esclusiva per i lettori Kobo. È necessario, a quanto leggo in questo forum di utenti Sony (cliccate qui), passare da kobobooks.it per riuscire a scaricare ebook in formato .epub e non .kepub.

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Kobo alla campagna d’Italia, quali ereader troveremo in libreria?

Come ci ha insegnato Douglas Adams: "Niente panico". Anche se i venditori di ebook reader bussano alla porta

“Niente panico”, anche se i venditori di ebook reader bussano alla porta

Queste poche righe nascono dalla lettura del breve post di Antonio Tombolini intitolato “Anche Feltrinelli abdica nel digitale a Kobo, chi è il prossimo?”. È cosa nota, Librerie Feltrinelli da metà ottobre 2013 distribuirà i lettori digitali Kobo nei propri punti vendita, trovate su questo blog un’intervista all’ufficio stampa de laFeltrinelli dove provo anch’io a capirci di più su come funzionerà questo accordo.

Tombolini conclude il post con la domanda “Cosa farà Internet Bookshop Italia?”, forse retorica dato che IBS (che possiede anche Libraccio) ha sì aperto negli ultimi anni dieci librerie a proprio marchio ma è essenzialmente una libreria on-line e dunque; o l’azienda condotta da Mauro Zerbini – amministratore delegato di IBS, qui un video per conoscerlo meglio via Largo Consumo – si farà comprare o continuerà per la sua strada alla Amazon e tenterà di imporre, almeno ai suoi utenti più affezionati, il proprio lettore digitale Leggo.

Piuttosto c’è da chiedersi cosa faranno Arion, Librerie Coop, ElleDici, Giunti, Guida e San Paolo/Paoline, Ubik (mi rifaccio in parte all’elenco stilato da Michele Rak in “Mercato e romanzo. Generi, accessi, quantità”, 2007) – ovvero le catene di librerie fisiche con più di dieci punti vendita in Italia – ancora prive di accordi con un produttore di ereader internazionale. Quel che è sicuro è che l’espansione di Kobo in Europa continua, vedi Spagna (accordo con la catena La Central) e chissà, forse l’anno prossimo, Russia…

Tuttavia, perché anche se stiamo abdicando allo straniero (?) è meglio trovare un ebook reader in libreria che non trovarlo? Perché un ebook reader è fatto per leggere e in quanto tale è già di per sé un incentivo alla lettura. Ora, non so se abbiate mai fatto esperienza di un lettore digitale in un negozio di elettronica. È sconcertante. Spesso sono nascosti dalle parti delle stampanti e se esposti sono invece non configurati, tanto che è impossibile farsi un’idea del loro funzionamento.

Se i libri nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) si “vendono da soli” – sono sullo scaffale, assortimento non certo vasto quanto quello di una libreria normale ma sufficiente, li sfogli, guardi il prezzo e se ti convince lo porti a casa – vendere ebook, e soprattutto lettori digitali, richiede uno sforzo in più che al momento non mi sembra sia la priorità per i megastore come MediaWorld – felice di sbagliarmi se qualcuno avesse la bontà di commentare questo post.

In un mondo ideale (e a volte capita anche nella nostra imperfetta realtà, vedi nel Milanese con il CSBNO, il Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest ma potrei fare altri esempi) ci insegnerebbero in biblioteca sin da piccoli a usare un ebook reader ma, dato che siamo un popolo che ama i centri commerciali più di quelli culturali, non è forse un male trovare in negozio – di libri, nello specifico – chi ci sappia dare una mano ad accostarci agli ebook senza timori, come avviene oggi nelle librerie Mondadori e Feltrinelli.

Immagine | The Hitchhiker Guide to the Galaxy

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Kobo e Librerie Feltrinelli, ebook reader e libri digitali sempre più vicini al lettore italiano

Da ottobre 2013 nelle Librerie Feltrinelli in vendita gli ebook reader Kobo, nella foto la vetrina della nuova RED di Milano

Da ottobre nelle Feltrinelli in vendita gli  ereader Kobo, in alto la vetrina della nuova RED di Milano

Quattro anni fa Stefano Sardo, direttore generale di laFeltrinelli, in un’intervista ad iBuk Informazioni Editoriali riassumeva in modo efficace il punto cruciale rappresentato dall’affacciarsi degli ebook sui mercati extra-USA: “Come impostare il business [del libro elettronico] in Italia e in Europa?”. Secondo le stime dell’AIE appena diffuse nel 2012 il mercato italiano degli ebook si è intanto attestato intorno a un 1,8% e 2%, percentuali forse destinate a raddoppiare entro fine 2013.

A contribuire a questa crescita la maggiore facilità di reperire device dedicati alla lettura digitale anche in seguito all’accordo stipulato da Kobo e Mondadori per distribuire nelle librerie del gruppo di Segrate gli ereader dell’azienda nippo-canadese nel corso dell’anno scorso. A ottobre 2013 laFeltrinelli annuncia a sorpresa di aver siglato un analogo patto con Kobo (qui trovate il comunicato). Lavorando per la casa editrice mi è venuto spontaneo chiedere a Paolo Soraci, capo ufficio stampa laFeltrinelli di dare ai lettori qualche informazione in più.

Presso le librerie laFeltrinelli è sempre stato possibile acquistare ereader tuttavia non abbiamo memoria di “un’esposizione dedicata di grande impatto e visibilità” come abbiamo letto a riguardo della partnership con Kobo, cosa troverà il cliente nei punti vendita del gruppo? Materiale informativo, corner e personale ad hoc?

La partership laFeltrinelli Kobo avrà un lancio fortemente visibile nel circuito Feltrinelli. I nostri clienti troveranno in libreria un’area dedicata alla lettura digitale dove poter provare il line up di Kobo (device + accessori). Allo stesso tempo, i nostri addetti alla vendita sono stati formati al fine di rispondere a qualsiasi domanda inerente il nuovo modo di lettura proposto da laFeltrinelli e Kobo. Infatti i clienti potranno richiedere l’attivazione dei device direttamente in negozio, utilizzando i dati del proprio profilo Feltrinelli.

Mondadori insieme all'”ereading experience” a firma Kobo ha lanciato un nuovo ecosistema multicanale che riunisce tutto il loro mondo retail: inMondadori. L’ecommerce laFeltrinelli, il “mondo Feltrinelli”, ci sembra già funzionare a dovere; per quanto riguarda l’acquisto di ebook da questo ottobre l’utente verrà semplicemente reindirizzato su kobobooks.it o rimarrà tutto invariato?

La partership che Feltrinelli ha siglato con Kobo presenta delle differenze notevoli rispetto alla partnership con Mondadori. Infatti l’utente accendendo il device potrà registrarsi sin da subito con il proprio account Feltrinelli, creato in passato attraverso la “carta più” o attraverso la “registrazione al sito”. In questo modo l’utente, se aveva già acquistato su Feltrinelli.it e aveva una propria library, ritroverà questa stessa library sul proprio device. Anche sul sito di Kobo l’utente potrà loggarsi con le credenziali Feltrinelli. Sul sito di Feltrinelli non cambierà nulla, l’utente continuerà a comprare da Feltrinelli e vedrà solo Feltrinelli, ma a differenza della situazione attuale avrà a disposizione 3,5 milioni di titoli (contro i 65.000 attuali) e potrà giovarsi di un validissimo sistema di raccomandazioni basato sulla tecnologia di Kobo integrata dalla competenza di Feltrinelli.

Cinque ereader e quattro tablet reperibili in tutti i principali negozi di elettronica e nella maggioranza delle librerie di catena italiane… Kobo potrebbe diventare l’ereader preferito per i nuovi lettori di libri digitali che non conoscono o non vogliono gli ereader Kindle di Amazon; laFeltrinelli alla luce di questo accordo vede dunque il mercato del libro tradizionale e quello degli ebook come complementari?

Assolutamente “sì”. I mercati dovranno convivere. Quello che spingerà un lettore verso un formato piuttosto che un altro non sarà tanto il formato stesso quanto “l’occasione di lettura” (mezzi pubblici, tempo libero, relax, spiaggia ecc.). Kobo presenta sicuramente gli ereader migliori sul mercato e una gamma tale da poter accontentare davvero tutti. L’ultimo nato della famiglia, il Kobo Aura, è il prodotto perfetto per gli appassionati della tecnologia e del design. Il claim “bello come un tablet” spiega tutto, tecnologia e design senza dimenticare i plus di un ereader classico,  che permette di leggere gradevolmente in ogni situazione.

Kobo anche se protegge gli ebook comprati sul proprio store con un DRM consente inoltre rispetto ad Amazon di poter acquistare ebook in formato epub dove si vuole e poterli caricare sul lettore…

Esattamente, Kobo, a differenza di Kindle, è un sistema aperto. Feltrinelli si è sempre distinta per un messaggio: “la lettura dev’essere per tutti”, crediamo che i sistemi aperti siano l’unica soluzione per diffondere la lettura e la cultura in modo democratico e libero. Cosa vuol dire sistema aperto? Vuol dire che non si obbliga l’utente a comprare in un negozio specifico, ma gli utenti hanno la possibilità di comprare ovunque e caricare i propri libri all’interno del device. Feltrinelli da sempre promuove la diffusione della cultura a prescindere dal “dove”.

LaFeltrinelli pur in una situazione difficilissima per il mercato librario tenta strade inedite per affrontare l’attuale contrazione della domanda di beni culturali: l’apertura di punti vendita in luoghi strategici – le Feltrinelli Express – e di librerie dalla formula innovativa (pensiamo alla RED di piazza Gae Aulenti a Milano); l’adozione degli ereader Kobo rientra in queste risposte alla crisi?

Nel caso di Kobo si dovrebbe parlare di cambio di abitudini. Siamo nell’era digitale, il mercato degli ebook non è in crisi, anzi è un settore che presenta tassi di crescita a tre cifre, quindi non credo che l’adozione delle Librerie Feltrinelli di questo dispositivo sia una risposta alla crisi ma piuttosto un venire incontro alle esigenze dei nostri lettori più giovani e di quelli che hanno già adesso una maggiore cultura digitale e insieme al libro leggono gli ebook.

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Case editrici digitali: goWare, da Firenze ebook originali per lettori con tablet ed ereader sottobraccio

"L'Home Page vetrina della casa editrice goWare"

“L’Home Page vetrina della casa editrice goWare”

Nei giorni scorsi ho acquistato per leggerlo sul mio Kobo un saggio breve di critica letteraria di Michele Giocondi, “Bestseller italiani. Mezzo secolo di libri di successo (1900-1945)”; è un ebook edito dalla fiorentina goWare. Anche se avevo letto di questa casa editrice digitale in occasione dell’uscita di “BenVenuti a Grillolandia” di Stefano Rizzato ed Eliano Rossi, mi era piaciuta molto la copertina, non mi ero incuriosito. Esaminando attentamente il catalogo ho trovato invece un marchio molto dinamico e interessante che non ci sta “solo” provando con gli ebook ma vuole rimanere. Grazie alla disponibilità di Mario Mancini, fondatore e animatore di goWare, ho potuto scambiare con loro quattro chiacchiere che sono diventate una breve intervista.

Un marchio editoriale digitale (goWare) con una centinaio di autori in scuderia e 150 ebook a catalogo, una rivista letteraria digitale gratuita (Mood), un blog dedicato all’economia dei contenuti digitali (ebookextra.it) di cui andare fieri… La sensazione è che l’evoluzione del mercato del libro digitale lo conosciate bene.

MM: Siamo sul mercato dei contenuti e del software per mobile dal 2008, quindi fin quasi dall’inizio e, in questi anni, abbiamo osservato almeno tre fenomeni importanti. Il primo riguarda il mercato che è cresciuto e cresce a ritmi impressionanti. Per dirti, nei primi mesi del 2013 abbiamo fatto più download di tutto il 2012. Nuove persone acquistano un tablet, un ereader o uno smartphone e scoprono che si può leggere comodamente dei libri e che questi libri sono disponibili subito, al momento stesso in cui se ne sente parlare. Poi ci sono i contenuti che stanno subendo una trasformazione profonda per sposarsi con i nuovi mezzi e servire lettori che non hanno mai messo piede in una libreria, ma che leggono e scrivono moltissimo sui social network e messaggiano contenuti. Ecco perché contenuti un tempo impresentabili come i racconti, gli articoli di analisi e inchiesta e i saggi brevi sono divenuti popolarissimi su questi mezzi. Ecco perché alcuni temi ritenuti semplicemente “banali” dall’editoria maggiore, vanno così forte.

Una domanda spinosa alla luce del mercato che ci ha descritto, vivace, in rapida ascesa ma ancora in fase embrionale almeno nel nostro paese: un primo bilancio dopo sei anni di attività? Ancora progetto/startup collaterale dell’agenzia Thèsis Contents o azienda che cammina sulle proprie gambe?

MM: È forse l’aspetto meno entusiasmante e anche più paradossale: questa enorme crescita del mercato è difficilissima da monetizzare. In genere un mercato che cresce porta risorse e ricchezza. E invece non è così. Per cui le startup unicamente digitali come goWare soffrono a fare fatturato dai contenuti e a trovare un equilibrio tra investimenti e ricavi. Per fortuna noi abbiamo Thèsis; ci vuole senz’altro qualcuno che ci metta i soldi almeno per i primi cinque anni. Poi si deve poter camminare da soli.

“Vendere i contenuti nella nuova economia è un’impresa complessa e di difficile attuazione”, parole sue, eppure voi ci state provando con goWare. Quest’anno alla CONTEC Frankfurt il blogger, scrittore e giornalista tedesco Sascha Lobo ha affermato che tuttora la “forma libro” (cartacea o digitale) è il modo migliore per diffondere le idee di persone intelligenti retribuendole, sposa questo pensiero?

MM: Sono d’accordo con Lobo.  La “forma libro” è rimasta uno degli ultimi avamposti del contenuto a pagamento, del contenuto intelligente, del contenuto che non deve prostrarsi alla pubblicità o essere un cavallo di troia per carpire informazioni da trasmettere ai costruttori dei big data. Il libro è onesto, ha un costo e chiede di essere acquistato. L’autore, se bravo, può anche sostentarsi con quest’attività. C’è ancora speranza nel libro e nel suo pronipote: l’ebook.

Sempre lei: “Scrittori di notte, imprenditori di giorno, è questo il futuro degli autopubblicati”; dedicate grande attenzione al self-publishing e contribuite a fare chiarezza sul sogno segreto di una larga parte di italiani, vivere di scrittura, affidarsi per sbarcare il lunario alla vendita di un prodotto culturale in un paese dove già gli editori tradizionali non navigano certo nell’oro, idea romantica da sfatare?

MM: L’autopubblicazione non è solo un’idea romantica o una speranza che lascerà con l’amaro in bocca; è una realtà significativa del panorama editoriale mondiale con la quale stanno facendo i conti anche gli altri soggetti di questa secolare industria: gli editori e gli agenti. L’autopubblicazione è diventata una grande risorsa per lo scouting. Non è un segreto che i direttori editoriali e gli agenti più accreditati tutte le mattine danno uno sguardo alle classifiche del Kindle Store o di Smashwords o di altri luoghi frequentati da coloro che fanno da soli per trovare la prossimo Erika Leonard, alias E.L. James. Oltre alla possibilità di autoaffermazione che prima era un puro esercizio di vanità, il self publishing è una miniera di nuovi autori per l’editoria maggiore. Ecco perché bisogna smettere di mandare i manoscritti alle case editrici e invece bisogna mandare i file epub alle librerie online. Quanto allo sbarcare il lunario il discorso sarebbe lungo, ma il primo passo di un lungo cammino è uscire allo scoperto e affidarsi con coraggio al giudizio dei lettori. Gli altri passi seguiranno. Siamo giunti a un punto di svolta tale che la responsabile di Random House ha dichiarato senza tanti preamboli “si fa prima a pubblicare che a leggere”. E allora pubblichiamo e lasciamo leggere i lettori.

Anche voi come altri, penso a 40kBooks, credete che l’editoria digitale favorisca la lettura veloce ma non per questo disimpegnata. A febbraio 2013 avete reso noto un accordo con il giornale web FIRSTonline: pubblicherete testi digitali da 20mila parole, temi d’attualità sviscerati sul formato breve da professionisti riconosciuti o esperti mai pubblicati cui date fiducia, nove mesi dopo il mercato ha risposto?

MM: Nessuno vuol dedicare un paio di giornate a leggere argomenti come la finanza, la primavera araba o la crisi dell’euro. Al  massimo si può dedicare un’oretta a capire un fenomeno del quale ci piacerebbe saperne di più di quello che si trova in un articolo del “Corriere” o dell’”Espresso”. Ecco, l’ebook breve risponde a questa esigenza di brevità coniugata con un primo approfondimento serio e documentato. Per dirti, uno scritto piuttosto impegnativo, ma sicuramente stimolante, come “Chi comanda in Italia” di Giulio Sapelli ha fatto qualche migliaio di download e continua ad essere scaricato a distanza di tempo. Chiunque può dedicare un’ora del proprio tempo a cercare di capire un fenomeno importante del proprio paese o del pianeta nel quale vive. Ma non bisogna abusare del suo tempo. L’ebook che non ha più i costi industriali del libro ha permesso rispondere a questa esigenza.

In questi giorni la Buchmesse di Francoforte dà grande visibilità all’editoria digitale (rimandiamo a un articolo di Matteo Alviti su “la Stampa”) e sempre in Germania nel 2012 gli editori hanno “risposto ad Amazon” introducendo un loro ebook reader, il Tolino; i protagonisti fino a ieri dell’editoria italiana stanno adottando una politica troppo attendistica nei confronti di app ed ebook?

MM: L’amazomachia è diventato lo sport preferito degli editori, soprattutto europei. Se tutto va a rotoli è colpa di Amazon che è senz’altro esecrabile nelle sue prassi competitive e relazionali. Amazon è però una risorsa enorme per gli editori perché sa fare quello che loro non sanno fare e non sapranno mai fare, vendere libri ed ebook sulla rete, cioè trovare il modo di portare i contenuti ai lettori che li consumano sulla rete e attraverso dispositivi elettronici che ormai sono nelle mani di oltre un miliardo di persone. Amazon capisce benissimo questo mondo ed è in grado di servirlo a dovere. Ha solo bisogno dei contenuti e questi non li ha perché li hanno gli editori e gli autori. E allora invece di combattersi e di competere perché non si prova a collaborare ognuno per la parte che riesce a fare meglio. L’economia di domani è un’economia collaborativa. Se Amazon non ci fosse, non ci sarebbero gli ebook. Gli editori si lagnano, ma si è vista un’innovazione degna di questo nome provenire da loro nell’ultimo decennio? Tutte le innovazioni sono venute dai tecnologici ed è anche normale che siano loro a dirigere l’orchestra.

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Richard Brautigan, Una donna senza fortuna, fondamentalmente odio viaggiare

Una donna senza fortuna di Richard Brautigan

Una donna senza fortuna di Richard Brautigan

Una donna senza fortuna di Richard Brautigan
Traduzione di Enrico Monti
ISBN Edizioni, 2012, 8,99€ (preso in offerta a 0,99€)
Reading Life: 15 minuti ogni sessione, 3.4 ore di lettura, 269 pagine girate, 1.4 media pagine per minuto

«Sono rimasto a fissare il telefono, tradito ancora una volta da questo strano strumento così staccatto dalla natura. Non ho mai visto niente in natura che assomigli a un telefono. Nuvole, fiori, rocce, non ce n’è uno che assomigli a un telefono».

Ricordo ancora come ho scoperto gli Smiths, è stato per merito di un compagno di università più grande di me, simpatico, una conoscenza durata lo spazio di un corso; un pomeriggio dopo lezione da Ricordi (forse? o un altro megastore di musica di Milano), «Davvero non hai mai sentito “The Queen Is Dead”?», comprato, ascoltato mille volte, ora tra i miei album preferiti di sempre. Con Brautigan uguale, un tweet di una lettrice di cui mi fido ma che non ho visto che due volte a Milano, un veloce giro sul sito di ISBN Edizioni e paf, adesso dello stesso autore ho comprato anche L’aborto: una storia romanticaPesca alla trota in America; certo la promozione permanente (?) su questi tre ebook dei ragazzi di via Conca del Naviglio aiuta (tra tutti e tre ho speso meno di una birra media, cinque euro).

“Una donna senza fortuna” è uno scritto che è stato prima un quaderno di 160 pagine acquistato per 2,50 dollari in una libreria giapponese il 30 gennaio 1982, giorno in cui l’autore, deciso a non arrivare ai cinquanta e, ahinoi, c’è riuscito complice un colpo di pistola, compiva 47 anni. Nonostante Brautigan si dichiari sin da subito un pessimo viaggiatore il suo quaderno lo ha accompagnato per sette mesi di peregrinazioni tra le Hawaii e il Montana, quindi potreste amarlo come quaderno di viaggio, tuttavia arrivati in fondo, consci del fatto che probabilmente così come è stato scritto questo testo ci è arrivato – “Una donna senza fortuna” è stato pubblicato postumo in francese (!) nel 1994 – penso converrete con me che un proiettile di 44 Magnum nel 1984 ci ha privato di uno scrittore di talento, uno di quelli che dici, ah, se si fosse impegnato davvero…

Le invenzioni di Brautigan, le immagini che riesce a proiettarti nella mente con la sua prosa, ancora di più se pensiamo che la sua inventiva non paga dazio a nulla che sia posteriore agli anni Ottanta per forza di cose, le ho trovate fenomenali; certo, sono anche concetti e ragionamenti di uno scrittore che proprio a suo agio con se stesso non doveva stare, testimonianza di un “approccio obliquo e grottesco alla realtà” scrive nell’introduzione il suo traduttore italiano Enrico Monti (su lettera.com trovate una sua intervista a firma di Marco Montanaro) che spiazza e diverte prima e rende malinconici poi. Ad accompagnare tanta fantasia le questioni basilari del cuore semplice dell’autore – l’incontro con una donna, il conoscersi, l’amarsi, il lasciarsi – che non poteva “permettersi il lusso di una vita sentimentale complicata”.

In “Una donna senza fortuna” troverete palazzi in fiamme e un cimitero giapponese alle Hawaii, sull’isola di Maui, e i prati e temporali del Montana dalle parti del Parco di Yellowstone, una Chicago dove era meglio non parlare dei susini in fiore a febbraio a San Francisco, riscoprirete una California che è entrata nel mito, quella dove si spegnavano gli eco della controcultura hippie e iniziava la californication. Ci sono tanti ricordi e molto alcol, anche lacrime e personaggi fragili che si aiutano l’un l’altro, o muoiono come la donna del titolo. E adesso sono davvero curioso di leggere altro di questo autore semplice ma non semplice che Einaudi prima e Marcos y Marcos poi non hanno avuto fortuna a lanciare nel nostro paese, chissà che ISBN Edizioni non abbia indovinato il momento giusto.

Decidete voi, io Brautigan non lo mollo più, anche nel malaugurato caso non mi piacessero tutte le sue opere precedenti rimarrebbe “Una donna senza fortuna” ad accompagnare una bella giornata di sole. Avrete capito, se vi prenderà questo ebook, se ve ne innamorerete come è capitato a me, rimpiangerete che quel quaderno da pochi dollari sia stato riempito così in fretta, se arriverete davvero in fondo saprete quante delle 28 righe utili Brautigan ha usato davvero per scrivere questo testo, quanto avesse ancora da dire – e di come abbia fatto comunque benissimo, non bene, a descriverci tempeste che non arrivavano mai o ragnetti intraprendenti – e quanto invece fosse stanco per passarci idealmente il testimone e dirci: Ascolta, l’ultima riga non la uso, usala tu.

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