Terra Ignota: Risveglio di Vanni Santoni HG
Mondadori, 2013, 9,99 €
Reading Life: 15 minuti ogni sessione, 5 ore di lettura, 1250 pagine girate, 3.8 media pagine per minuto
«Aveva esplorato ogni paese e imparato la saggezza; visto misteri e conosciuto cose segrete. Era una dei Dodici, e i Dodici erano lei; il Sogno riverberava dall’Imperatrice in lei e nel mondo, e lei stessa dell’Imperatrice era l’occhio e la mano: era, mentre cavalcava, il mondo stesso e lo spazio e il tempo; nel passo del suo cavallo e nella linea del suo sguardo erano ogni orizzonte e strada, e il termine e l’inizio di tutte le storie».
Ho conosciuto Vanni Santoni via email qualche mese fa per lavoro; nel frattempo ho anche avuto modo di leggere la sua narrativa – Personaggi precari (di recente ripubblicato da Voland); Gli interessi in comune; Se fossi fuoco, arderei Firenze –, storie ben congegnate ambientate nel nostro tempo e nel nostro mondo. Non di sola realtà però vive lo scrittore ed ero stato contento di saperlo impegnato in un progetto fantasy sui cui lavorava da anni che avrebbe presto visto la luce per Mondadori nella collana Chrysalide.
“Terra Ignota: Risveglio” – uscito sia in cartaceo sia in ebook a fine settembre, Mondadori me ne ha fatto dono per questa recensione – conferma che i mesi trascorsi da Santoni a documentarsi sul genere, di cui certo da lettore (e da giocatore di GDR) non era a digiuno, non sono stati sprecati. Terra Ignota ci trasporta in un mondo di cui non possediamo la mappa ma impariamo ben presto le regole: siamo in un Medioevo imprecisato, dentro un paesaggio che riconosciamo familiare eppure esotico, dove convivono echi rinascimentali, città invisibili, cavalieri spietati e forze magiche potentissime.
Come nelle migliori tradizioni fantasy quasi da subito parte una “cerca” e il lettore viene trascinato, almeno in questo primo libro della trilogia, nelle avventure di un trio di ragazzini che conosciamo mentre giocano alla periferia dei regni immaginati da Santoni. Gli eventi tuttavia precipitano presto: perché il Cerchio d’Acciaio ha distrutto la comunità del Villaggio Alto? Che fine hanno fatto Breu e Vevisa? Sarà Ailis, la ragazza sfuggita al massacro, che si assumerà il compito di entrare nel mondo (e noi con lei) per cercare i suoi amici e andare incontro, forse, al suo destino.
Lo stile di Santoni ci prende per mano sin dalle prime battute e ci conduce sicuro fino a una conclusione non conclusione che lascerà il lettore ormai avvinto in attesa dei seguiti – siamo di fronte a tutto tranne che a un libro autoconclusivo; assiteremo già in “Terra Ignota: Risveglio” a eventi straordinari ma siamo in fondo solo ai primi livelli, fossimo in un videogioco, o nelle stanze del foyer di un castello affrescato che avrebbe bisogno di molto più che mille pagine (questo primo episodio ne ha “solo” 324) per essere sviluppato a dovere.
Perché dovresti fidarvi di questo giudizio positivo? Perché ho giocato a D&D anch’io – oltre che a Magic – e quando incontro un dungeon master che le storie le sa narrare devo riconoscerlo; perché leggo narrativa fantasy (più fumetti e graphic novel, va da sé) da una ventina d’anni e finalmente un mio coetaneo (Santoni è del 1978, il sottoscritto del 1980) ha divorato e rielaborato l’immaginario fantastico proprio di una generazione vissuta a fumetti della Granata Press, cartoni animati, Dragon Lance, Final Fantasy e i videogiochi di Fumito Ueda solo per citarne alcuni e l’ha fermato sulla carta in un progetto narrativo coerente. Non pensate che sia facile.
Grazie a Mondadori sono poi riuscito a parlare della trilogia con l’autore in persona (in alto nella foto) insieme ad altri blogger e Alan D. Altieri nei giorni di Lucca Comics 2013 in una tavola rotonda in piazza Antelminelli coordinata per l’occasione da un personaggio che il fantasy non lo legge, eFFe.
Ho potuto così chiedergli le ragioni di un’assenza significativa sia nel libro sia nell’ebook… non c’è la mappa! È proprio una terra “incognita” quella di Santoni. Ci ha detto che non è presente perché 1) così ha evitato un cliché 2) persino Tolkien ebbe i suoi problemi con le cartine – leggere per credere The History of The Hobbit di John Rateliff – 3) ritiene che siano molto potenti, pure troppo, nella creazione dell’immaginario da parte del lettore e ha preferito lasciarlo libero da qualsiasi condizionamento.
Altri temi che sono stati dibattuti: i nomi presenti in Terra Ignota. Non credete che siano stati scelti a caso! Ogni personaggio o luogo, potremmo arrivare a dire anche le costruzioni di intere frasi, ha una denominazione esatta (o mascherata) che rimanda ai temi che muoiono e rinascono in ogni libro fantasy che si rispetti; si torna sempre al mito, dall’epopea mesopotamica alle narrazioni indiane, dal ciclo arturiano alla letteratura fantastica e non degli ultimi secoli. Tanta erudizione – colta dal lettore più smaliziato – rafforza la trama senza spezzarla.
Ancora, per capire “come nasce” un fantasy: l’episodio del Jörmungandr che il lettore incontrerà solcando i mari di Terra Ignota è balzata alla mente di Santoni durante le feste natalizie 2010/2011 quando gli regalarono un volume della serie definitiva di Sandman a firma di Neil Gaiman; impossibile resistere alla tentazione di scrivere al volo quella scena per poi costruirci intorno il resto della storia (influenzato in questo dalla modalità di scrittura collettiva sperimentata in un’altra opera coordinata da Santoni: In territorio nemico).
Siamo però di fronte a un pastiche fantasy come suggerito da eFFe? Un romanzo costruito per accumulo di stereotipi del fantastico? No, soprattutto perché la vicenda che coinvolge le quattro protagoniste femminili – Ailis, Brigid, Lorlei e Morigan – (bene sottolinearla questa caratteristica, come fa Andrea Curreli in un suo post-intervista a Santoni su spettacoli.tiscali.it, sono le donne a portare avanti la storia di Terra Ignota sebbene comprimari maschili ben tratteggiati non manchino, Val su tutti) si legge a prescindere dagli omaggi e dalle strizzatine d’occhio. Si è “risvegliato” un altro mondo, quello di terra Ignota; non vedo l’ora di vedere come lo trasformeranno i suoi personaggi e i suoi lettori.