
Tutto ciò che resta di T.R. Richmond
Tutto ciò che resta di T.R. Richmond
Longanesi, aprile 2015, 9,99 € (ebook), 16,90 € (libro)
«Avere paura va bene. È OK. L’importante è che la paura non ti blocchi. A volte dobbiamo tuffarci proprio dove non si tocca».
Qualche settimana fa grazie all’editor della Longanesi Fabrizio Cocco ho avuto l’opportunità di leggere gratuitamente Tutto ciò che resta in formato cartaceo quasi in contemporanea al suo lancio in libreria. Spero davvero che questo giallo stia raccogliendo l’accoglienza che merita perché, almeno per me, rientra nella categoria dei libri “volta pagina”, quelli che, al diavolo il lavoro o quel che c’è da fare, non molleresti più per sapere come va a finire. L’autore è al suo esordio e non vi dirà nulla poiché si nasconde dietro uno pseudonimo. Anzi, nella finzione di questo romanzo “Tutto ciò che resta” è addirittura scritto in prima persona da uno dei narratori/protagonisti della vicenda, J.F.H. Cooke.
Il romanzo è un collage di appunti, brani di diario, lettere, email, post, chat, dichiarazioni, interviste che il professor Cooke ha assemblato per arrivare a comprendere se l’annegamento avvenuto il 5 fabbraio 2012 in un fiume di Southampton della sua ex allieva Alice Salmon sia stato accidentale o colposo. Esattamente come nei casi di cronaca che ci riportano i nostri media quotidianamente, l’accertamento della verità si basa sulle immagini delle telecamere, sulla data e l’ora degli ultimi SMS, sui resoconti di inconsapevoli testimoni. Alice è stata gettata nel fiume o ubriaca vi è finita da sola? T.R. Richmond è abile a disegnare una protagonista, seppure passiva dato che è morta, a tutto tondo e a fare entrare il lettore in empatia con lei. Quando arrivi a pensare, “peccato che sia scomparsa”, uno scrittore avrà centrato il suo obbiettivo… o no?
Un altro meccanismo utilizzato con maestria da questo scrittore – alla pari di Gillian Flynn in L’amore bugiardo ad esempio – è il ribaltamento sistematico dell’opinione che il lettore, via via che si inoltra nella storia, arriva a costruire intorno ai narratori della vicenda. Il professor J.F.H. Cooke ci sta raccontando davvero tutto come afferma ogni due per tre? Che rapporti aveva con Alice e con la madre di lei? Il ragazzo di Alice affranto dal dolore, Luke Addison, non lascia trasparire atteggiamenti troppo violenti? E già che ci siamo mettiamo nel novero di chi potrebbe nascondere qualcosa Ben, Mr Marketing, che di certo su Alice non aveva un’influenza tanto positiva, nonostante l’innegabile chimica che c’era fra loro. Come in un thriller architettato a dovere arriverete a cinque sesti della storia con le idee davvero confuse. È stata annegata o è annegata?
Come avrete capito “Tutto ciò che resta” enfatizza un aspetto delle nostre vite che sta diventando sempre più evidente nel corso del XXI secolo. Perfino inconsapevolmente stiamo lasciando molte più tracce di noi nel mondo di quanto abbiano fatto i nostri genitori o i nostri nonni durante il Novecento (non parliamo poi dei secoli precedenti) per via dei mezzi di comunicazione che utilizziamo, la Rete soprattutto in ogni sua derivazione. Siamo anzi una sovrabbondanza di messaggi contradditori che tutti insieme formano ciò che siamo. T.R. Richmond intreccia intorno alle testimonianze scritte lasciate dalla sua Alice immaginaria un thriller livido che è un piacere provare a interpretare. Allo stesso tempo ci porta a riflettere se anche noi in fondo non potremmo essere che la raccolta di tutto ciò che lasciamo.