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Consigli di lettura: saggistica italiana e il libro postumo di Hitchens

Copertine dei saggi di Sciandivasci, Culicchia, Viola, Mantellini e Hitchens

Cose leggere di saggistica italiana (più un classico in lingua straniera da riscoprire) recente? Vi consiglio cinque libri che mi sono passati fra le mani. Un ringraziamento alla Biblioteca Civica di Rovereto, che custodisce una copia dell’ormai introvabile e fuori catalogo libro postumo di Hitchens – certo, a oggi si può comunque comprare a 35 euro su eBay e simili –, e a Einaudi che mi ha fatto omaggio dei libri di Viola e Mantellini (grazie!). Come in una puntata di “Sei gradi” di Radio Tre, i cinque saggi sono legati tra loro perché dalla famiglia passiamo al divorzio, dal divorzio all’avvocata divorzista che parla dei suoi libri preferiti, da un libro di Natalia Ginzburg che ha ispirato Mantellini una riflessione sulla vecchiaia oggi, dalla vecchiaia alla morte. Tutti, tranne Mortalità, sono disponibili anche in formato ebook tra i cinque e i dodici euro, verificate se la vostra biblioteca li ha in digitale.

Simonetta Sciandivasci (a cura di), I figli che non voglio, Mondadori. Raccolta letta per Geranio, il gruppo di lettura online cui partecipo. Titolo dietro al quale troverete pure gente che di figli ne ha avuti, però immagino che intitolarlo Figli sì, figli no sarebbe stato meno accattivante. Essendo una raccolta troverete le opinioni più varie, gran parte delle quali sono apparse sulla “Stampa” alimentando un bel dibattito in un Paese come il nostro dove le donne tendono comunque a fare meno figli. Le storture dovute all’inverno demografico che attende la società italiana si riflettono anche negli interventi più giornalistici che avrei limitato. In generale mi sono piaciute di più le testimonianze di chi dice senza mezzi termini “madri mai” di quelle che dicono “non so”.

Giuseppe Culicchia, Finché divorzio non vi separi, Giangiacomo Feltrinelli Editore. Satira al tempo del politcamente corretto sulle coppie che si separano aggiornata anche alle combinazioni oltre la lui/lei, che Culicchia sbrigativamente attacca in fondo al volume dopo aver descritto il punto di vista di lui e il punto di vista di lei riguardo a cosa capita alle copie che si sposano e poi si separano. Leggevo un po’ scettico pensando che quelli della mia generazione che conosco raramente si sono sposati saltando subito alla fase di farsi una famiglia. Però Culicchia è del 1965, ha quindici anni più di me, quindi può darsi che stia racontando qualcosa che riguarda la sua generazione. Riprendendo le parole di Douglas Adams, un pamphlet: fondamentalmente innocuo.

Ester Viola, Voltare pagina: dieci libri per sopravvivere all’amore, Einaudi. Ester Viola, di cui avevo molto appezzato l’esordio L’amore è eterno finché non risponde (2016) sia il seguito Gli spaiati (2018) torna per raccontarci dieci libri che qualcosa sull’amore possono insegnarlo, da Alta fedeltà di Hornby fino a Revolutionary Road di Yates. A cornice della descrizione dei dieci libri altrettanti casi di coppie che scoppiano o donne e uomini scottati dall’amore in quel di Milano che tutti attira e tutto trasforma. Un testo riconducibile al genere dei libri che consigliano altri libri, Voltare pagina ci riporta nel mondo letterario dell’autrice ma facendoci rimanere troppo poco, come in visita in uno di quei palazzi meneghini dove “sono i camerieri a portare i cani in strada”.

Massimo Mantellini, Invecchiare al tempo della rete, Einaudi. Concepito come un tributo al saggio La vecchiaia di Natalia Ginzburg (disponibile in Mai devi domandarmi), testo in cui nel 1968 la scrittrice si interrogava a 52 anni (!) su che cosa volesse dire diventare vecchi, Mantellini fa il punto su cosa significhi, cinquanta anni dopo, la stessa cosa. Cosa c’è di diverso? “È accaduto che la tecnologia è diventata ubiquitaria e molto potente […] oggi il tema principale riguarda il patto che la vecchiaia stringe con le tecnologie digitali e la loro invadenza”. Memorabile l’analisi del vecchiogiovane che l’autore identifica come una delle reazioni possibili all’attuale età digitale: “Il vecchiogiovane […] riconosce [la sua età] e la rifiuta” per poi infine gettare anche lui la spugna.

Christopher Hitchens, Mortalità, Piemme (trad. it. di S. Puggioni e A. Carena). Volume del 2012 che raccoglie gli ultimi articoli scritti su “Vanity Fair” dallo scrittore britannico, poi statunitense, Christopher Htichens, scomparso il 15 dicembre 2011 a 62 anni per un cancro all’esofago. L’ho recuperato grazie a un’indagine sui mestieri della morte che la casa editrice per cui lavoro pubblicherà a maggio 2023. Mortalità è il racconto della scoperta della malattia, della speranza di essere in quell’esigua percentuale di persone capaci di scamparla fino alla “decisione di accettare qualunque cosa la mia malattia mi riservi e di rimanere combattivo pur misurando la portata del mio inevitabile declino”. Memoir disincantato di un ateo sul nostro comune destino.

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Consigli di lettura: fantascienza e primo Novecento

Copertine dei romanzi di Ta-Wei, Diaz, South, Larrue e Pomella

Letture a cavallo dell’anno. Quando le vacanze natalizie permettono l’abbuffata, complice anche l’ottimo assortimento della Biblioteca Civica di Rovereto. Le passo di nuovo in rassegna prima di restituirle (sono tutti volumi disponibile anche in formato ebook tra i cinque e i dodici euro, verificate se la vostra biblioteca ne possiede una copia digitale).

Chi Ta-Wei, Membrana, Add Editore (trad. it. Alessandra Pezza). Un romanzo di fantascienza classica del 1995, che fortunatamente ha infine trovato la sua edizione italiana. Chi Ta-Wei ci porta sott’acqua, dove l’umanità si è trasferita per via delle redazioni solari – se vi ricorda qualcosa “Highlander II” è del 1991, nessuno scudo però a difendere la Terra – e Momo, protagonista della vicenda, lavora come estetista. Sarà vero che tale professione è diventata di importanza capitale nel 2100? Leggetelo per scoprirlo. E se le membrane vi rammentano qualcos’altro, forse sono le clips del sistema SQUID di “Stranger Days”, non a caso dello stesso anno (1995). Se invece siete giovani un po’ vi invidio perché la storia vi sembrerà del tutto nuova ^___^

Hernan Diaz, Trust, Giangiacomo Feltrinelli Editore (trad. it. Ada Arduini). La vera sorpresa per me del 2022, un romanzo che leggi e ti viene da pensare: “Che bello leggere romanzi!”. Non uno, non due, non tre ma bensì quattro storie che raccontano da punti di vista diversi la stessa vicenda. Capite che da fan di David Mitchell non posso chiedere di meglio (nessun elemento soprannaturale però, se non vi piacciano andate tranquilli). Difficile raccontare qualcosa di Trust senza rovinarvi il piacere di capirne il meccanismo. Molto bella la rievocazione della New York e dell’Europa primo Novecento che fa da sfondo alla trama – c’è anche spazio per l’emigrazione italiana negli Stati Uniti e le idee anarchiche contrapposte a quelle degli speculatori di borsa.

Mary South, Mi ricorderò di te, Pidgin Edizioni (trad. it. Stefano Pirone). Primo volume di questa piccola casa editrice napoletana che leggo e, vista la proposta, non sarà neppure l’ultimo. Dieci racconti che oscillano tra la fantascienza e una fotografia della nostra realtà odierna, sempre più intermediata dalla tecnologia. I racconti di South che colpiscono di più, a mio parere, i secondi, quelli plausibili – L’età dell’amore, Mi ricorderò di te (che dà il titolo alla raccolta), L’agente immobiliare dei dannati – mentre quelli dove South spinge sull’acceleratore scifi virano troppo sul bizzarro, penso a L’ostello in particolare. Anche i temi della maternità e dell’accudimento sono tra i leitmotiv della raccolta, se per voi sono inquietanti evitate di leggerla.

Arthur Larrue, La diagonale Alechin, Neri Pozza (trad. it. Alberto Folin). Dovrebbe esistere un genere letterario a sé per i romanzi che hanno come elementi cardine, o comunque importanti, gli scacchi e gli anni trenta e quaranta del XX secolo – La variante di Lüneburg di Maurensig, Novella degli scacchi di Zweig, La città dei ladri di Benioff ecc. (altri spunti sul “Libraio”: Libri sugli scacchi: tra romanzi, saggi e racconti. La diagonale Alechin del francese Larrue racconta l’ultima parte della vita alquanto sregolata di Aleksandr Alechin, campione del mondo di scacchi dal 1937 al 1946. Scacchi, viaggi in piroscafo e in treno, la Francia, Parigi, i nazisti, i sovietici: se non ne avete abbastanza è il romanzo per voi. Brillante e tetro insieme, molto materico.

Andrea Pomella, Il dio disarmato, Einaudi editore. Romanzo del 2022 letto per Geranio, il gruppo di lettura online cui partecipo. Ricostruisce gli antefatti dell’agguato di via Fani del 16 marzo 1978 nel quale dei criminali trucidarono Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Domenico Ricci, uomini di scorta del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Moro fu rapito per poi essere ucciso a sua volta il 9 maggio. “‘Chi ha morto il nonno?’ chiedeva Luca. ‘Degli uomini cattivi’ rispondeva Agnese. ‘Con cosa?’ domandava Luca. ‘Con una pistola’ diceva Agnese. ‘Perché?’ chiedeva ancora Luca. ‘Non lo sappiamo, quando lo sapremo te lo diremo’” [da La casa dei cento natali di Maria Fida Moro].

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Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresi, dentro le mura

Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani

Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani

Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani
Feltrinelli, 2012, preso in prestito via MLOL

«Subito dopo aver preso la laurea – diceva per esempio – avrebbe piantato non soltanto Ferrara ma l’Italia. Era stufo di vivacchiare in provincia, di marcire in quel buco di città. Quasi di sicuro se ne sarebbe andato in America: e per starci, per stabilircisi definitivamente».

Anni fa sono stato tanto fortunato da ricevere in dono l’opera più famosa di Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini – la sto rileggendo in questi giorni – ma non avevo mai proseguito il mio incontro con lo scrittore ferrarese; o meglio, non avevo mai permesso a questo autore di riaccompagnarmi per quei luoghi della memoria che è stato così bravo a imprimere a fuoco vivo, prima sulla carta, e ora su tavolette di inchiostro elettronico. Tanto tempo è passato dal 1956, quando le Cinque storie ferraresi riunite in questo ebook vinsero il Premio Strega, testimone un allegrissimo Parise (così lo ricorda Adele Cambria).

Se, come alcuni dicono, i libri elettronici porteranno fortuna alle raccolte di racconti, tanto bistrattate o poco fortunate nel nostro Paese, perché non iniziare a conoscere Bassani non da un romanzo ma proprio da questi cinque racconti? Ecco i titoli: Lida Mantovani, La passeggiata prima di cena, Una lapide in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Una notte del ’43. Leggere Bassani oggi, in un secolo che non è più il suo (lo scrittore vi arrivò sulla soglia, scomparendo nel 2000), è straniante quanto tenere fra le mani le foto dei propri nonni da giovani; sì, è esistito un passato in cui non c’eravamo; sì, anche prima di noi soffrivano e gioivano uomini e donne.

I personaggi di Bassani si muovono in una cornice solo in apparenza immutabile, Ferrara. In questa città, lo scrittore ce lo ricorda sempre con garbo, vivono sì uomini e donne di tutte le classi sociali, con i loro desideri e le loro abitudini, ma si è dispiegato anche il disegno ambizioso di un ideale urbanistico rinascimentale straordinario, che dopo aver rinnovato gli spazi della comunità si è come cristallizzato per sempre. Uno spazio in cui forse anche la maggioranza dei ferraresi, pur sapendo benissimo di essere rimasti “fuori dal mondo”, crede di poter vivere in eterno passeggiando sul listone.

Eppure la Storia, quella che finisce dentro i libri, anche e soprattutto in quelli di Bassani, entra perfino a Ferrara e a Bassani è capitato il destino di rammentare a tutti noi, che non c’eravamo, un tempo in cui la discriminazione razziale era andata oltre l’intolleranza. “Una lapide in via Mazzini” ad esempio ci ricorda premesse e conseguenze delle persecuzioni ai danni degli ebrei con affilata efficacia: narra il ritorno (?) di uno scampato ai lager la cui sola presenza sconvolge la città. “Una notte del ’43” invece la rappresaglia fascista per l’uccisione del federale Ghisellini davanti al Castello Estense.

Io non so se Bassani sia davvero “l’autore italiano contemporaneo più significativo della ‘via ebraica’ alla letteratura” (cit. Carlo Tenuta). So tuttavia che quando ti prende per mano con la sua scrittura tu credi di sapere dove ti condurrà ma dopo pochi paragrafi ti ha già circondato di nebbia e sussurri per condurti altrove, facendoti scoprire grazie alla sua abilità (lo leggano tutti coloro che si affannano a definirsi scrittori) cosa alberga nel cuore e nella mente dei suoi personaggi – oh, così reali! –, per poi tornare con la naturalezza di un fuoriclasse all’intreccio principale del racconto e al suo svolgimento.

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Kobo alla campagna d’Italia, quali ereader troveremo in libreria?

Come ci ha insegnato Douglas Adams: "Niente panico". Anche se i venditori di ebook reader bussano alla porta

“Niente panico”, anche se i venditori di ebook reader bussano alla porta

Queste poche righe nascono dalla lettura del breve post di Antonio Tombolini intitolato “Anche Feltrinelli abdica nel digitale a Kobo, chi è il prossimo?”. È cosa nota, Librerie Feltrinelli da metà ottobre 2013 distribuirà i lettori digitali Kobo nei propri punti vendita, trovate su questo blog un’intervista all’ufficio stampa de laFeltrinelli dove provo anch’io a capirci di più su come funzionerà questo accordo.

Tombolini conclude il post con la domanda “Cosa farà Internet Bookshop Italia?”, forse retorica dato che IBS (che possiede anche Libraccio) ha sì aperto negli ultimi anni dieci librerie a proprio marchio ma è essenzialmente una libreria on-line e dunque; o l’azienda condotta da Mauro Zerbini – amministratore delegato di IBS, qui un video per conoscerlo meglio via Largo Consumo – si farà comprare o continuerà per la sua strada alla Amazon e tenterà di imporre, almeno ai suoi utenti più affezionati, il proprio lettore digitale Leggo.

Piuttosto c’è da chiedersi cosa faranno Arion, Librerie Coop, ElleDici, Giunti, Guida e San Paolo/Paoline, Ubik (mi rifaccio in parte all’elenco stilato da Michele Rak in “Mercato e romanzo. Generi, accessi, quantità”, 2007) – ovvero le catene di librerie fisiche con più di dieci punti vendita in Italia – ancora prive di accordi con un produttore di ereader internazionale. Quel che è sicuro è che l’espansione di Kobo in Europa continua, vedi Spagna (accordo con la catena La Central) e chissà, forse l’anno prossimo, Russia…

Tuttavia, perché anche se stiamo abdicando allo straniero (?) è meglio trovare un ebook reader in libreria che non trovarlo? Perché un ebook reader è fatto per leggere e in quanto tale è già di per sé un incentivo alla lettura. Ora, non so se abbiate mai fatto esperienza di un lettore digitale in un negozio di elettronica. È sconcertante. Spesso sono nascosti dalle parti delle stampanti e se esposti sono invece non configurati, tanto che è impossibile farsi un’idea del loro funzionamento.

Se i libri nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) si “vendono da soli” – sono sullo scaffale, assortimento non certo vasto quanto quello di una libreria normale ma sufficiente, li sfogli, guardi il prezzo e se ti convince lo porti a casa – vendere ebook, e soprattutto lettori digitali, richiede uno sforzo in più che al momento non mi sembra sia la priorità per i megastore come MediaWorld – felice di sbagliarmi se qualcuno avesse la bontà di commentare questo post.

In un mondo ideale (e a volte capita anche nella nostra imperfetta realtà, vedi nel Milanese con il CSBNO, il Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest ma potrei fare altri esempi) ci insegnerebbero in biblioteca sin da piccoli a usare un ebook reader ma, dato che siamo un popolo che ama i centri commerciali più di quelli culturali, non è forse un male trovare in negozio – di libri, nello specifico – chi ci sappia dare una mano ad accostarci agli ebook senza timori, come avviene oggi nelle librerie Mondadori e Feltrinelli.

Immagine | The Hitchhiker Guide to the Galaxy

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Kobo e Librerie Feltrinelli, ebook reader e libri digitali sempre più vicini al lettore italiano

Da ottobre 2013 nelle Librerie Feltrinelli in vendita gli ebook reader Kobo, nella foto la vetrina della nuova RED di Milano

Da ottobre nelle Feltrinelli in vendita gli  ereader Kobo, in alto la vetrina della nuova RED di Milano

Quattro anni fa Stefano Sardo, direttore generale di laFeltrinelli, in un’intervista ad iBuk Informazioni Editoriali riassumeva in modo efficace il punto cruciale rappresentato dall’affacciarsi degli ebook sui mercati extra-USA: “Come impostare il business [del libro elettronico] in Italia e in Europa?”. Secondo le stime dell’AIE appena diffuse nel 2012 il mercato italiano degli ebook si è intanto attestato intorno a un 1,8% e 2%, percentuali forse destinate a raddoppiare entro fine 2013.

A contribuire a questa crescita la maggiore facilità di reperire device dedicati alla lettura digitale anche in seguito all’accordo stipulato da Kobo e Mondadori per distribuire nelle librerie del gruppo di Segrate gli ereader dell’azienda nippo-canadese nel corso dell’anno scorso. A ottobre 2013 laFeltrinelli annuncia a sorpresa di aver siglato un analogo patto con Kobo (qui trovate il comunicato). Lavorando per la casa editrice mi è venuto spontaneo chiedere a Paolo Soraci, capo ufficio stampa laFeltrinelli di dare ai lettori qualche informazione in più.

Presso le librerie laFeltrinelli è sempre stato possibile acquistare ereader tuttavia non abbiamo memoria di “un’esposizione dedicata di grande impatto e visibilità” come abbiamo letto a riguardo della partnership con Kobo, cosa troverà il cliente nei punti vendita del gruppo? Materiale informativo, corner e personale ad hoc?

La partership laFeltrinelli Kobo avrà un lancio fortemente visibile nel circuito Feltrinelli. I nostri clienti troveranno in libreria un’area dedicata alla lettura digitale dove poter provare il line up di Kobo (device + accessori). Allo stesso tempo, i nostri addetti alla vendita sono stati formati al fine di rispondere a qualsiasi domanda inerente il nuovo modo di lettura proposto da laFeltrinelli e Kobo. Infatti i clienti potranno richiedere l’attivazione dei device direttamente in negozio, utilizzando i dati del proprio profilo Feltrinelli.

Mondadori insieme all'”ereading experience” a firma Kobo ha lanciato un nuovo ecosistema multicanale che riunisce tutto il loro mondo retail: inMondadori. L’ecommerce laFeltrinelli, il “mondo Feltrinelli”, ci sembra già funzionare a dovere; per quanto riguarda l’acquisto di ebook da questo ottobre l’utente verrà semplicemente reindirizzato su kobobooks.it o rimarrà tutto invariato?

La partership che Feltrinelli ha siglato con Kobo presenta delle differenze notevoli rispetto alla partnership con Mondadori. Infatti l’utente accendendo il device potrà registrarsi sin da subito con il proprio account Feltrinelli, creato in passato attraverso la “carta più” o attraverso la “registrazione al sito”. In questo modo l’utente, se aveva già acquistato su Feltrinelli.it e aveva una propria library, ritroverà questa stessa library sul proprio device. Anche sul sito di Kobo l’utente potrà loggarsi con le credenziali Feltrinelli. Sul sito di Feltrinelli non cambierà nulla, l’utente continuerà a comprare da Feltrinelli e vedrà solo Feltrinelli, ma a differenza della situazione attuale avrà a disposizione 3,5 milioni di titoli (contro i 65.000 attuali) e potrà giovarsi di un validissimo sistema di raccomandazioni basato sulla tecnologia di Kobo integrata dalla competenza di Feltrinelli.

Cinque ereader e quattro tablet reperibili in tutti i principali negozi di elettronica e nella maggioranza delle librerie di catena italiane… Kobo potrebbe diventare l’ereader preferito per i nuovi lettori di libri digitali che non conoscono o non vogliono gli ereader Kindle di Amazon; laFeltrinelli alla luce di questo accordo vede dunque il mercato del libro tradizionale e quello degli ebook come complementari?

Assolutamente “sì”. I mercati dovranno convivere. Quello che spingerà un lettore verso un formato piuttosto che un altro non sarà tanto il formato stesso quanto “l’occasione di lettura” (mezzi pubblici, tempo libero, relax, spiaggia ecc.). Kobo presenta sicuramente gli ereader migliori sul mercato e una gamma tale da poter accontentare davvero tutti. L’ultimo nato della famiglia, il Kobo Aura, è il prodotto perfetto per gli appassionati della tecnologia e del design. Il claim “bello come un tablet” spiega tutto, tecnologia e design senza dimenticare i plus di un ereader classico,  che permette di leggere gradevolmente in ogni situazione.

Kobo anche se protegge gli ebook comprati sul proprio store con un DRM consente inoltre rispetto ad Amazon di poter acquistare ebook in formato epub dove si vuole e poterli caricare sul lettore…

Esattamente, Kobo, a differenza di Kindle, è un sistema aperto. Feltrinelli si è sempre distinta per un messaggio: “la lettura dev’essere per tutti”, crediamo che i sistemi aperti siano l’unica soluzione per diffondere la lettura e la cultura in modo democratico e libero. Cosa vuol dire sistema aperto? Vuol dire che non si obbliga l’utente a comprare in un negozio specifico, ma gli utenti hanno la possibilità di comprare ovunque e caricare i propri libri all’interno del device. Feltrinelli da sempre promuove la diffusione della cultura a prescindere dal “dove”.

LaFeltrinelli pur in una situazione difficilissima per il mercato librario tenta strade inedite per affrontare l’attuale contrazione della domanda di beni culturali: l’apertura di punti vendita in luoghi strategici – le Feltrinelli Express – e di librerie dalla formula innovativa (pensiamo alla RED di piazza Gae Aulenti a Milano); l’adozione degli ereader Kobo rientra in queste risposte alla crisi?

Nel caso di Kobo si dovrebbe parlare di cambio di abitudini. Siamo nell’era digitale, il mercato degli ebook non è in crisi, anzi è un settore che presenta tassi di crescita a tre cifre, quindi non credo che l’adozione delle Librerie Feltrinelli di questo dispositivo sia una risposta alla crisi ma piuttosto un venire incontro alle esigenze dei nostri lettori più giovani e di quelli che hanno già adesso una maggiore cultura digitale e insieme al libro leggono gli ebook.

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ebook e standard: scegliere il formato deve essere semplice, il caso Feltrinelli

Un solo titolo di Baricco, quattro diversi formati (tre digitali)

Prendo spunto da un tweet di Alessandro Veroli (@alexveroli) che mi ha rimandato a un post di Fiorenzo Pilla su www.kindleitalia.com “Anche la Feltrinelli (sic! ndLuca) vende ebook per Kindle” per farvi una domanda… non siete un po’ stufi della guerra dei formati? In questo momento immaginate di voler acquistare l’ultima storia di Baricco: “Mr Gwyn”.

Se date un’occhiata all’immagine, oppure andate anche voi su www.feltrinellieditore.it/ebook – attenzione, il sito dell’editore, non della libreria 😉 – scoprirete che la Giangiacomo Feltrinelli Editore offre ai suoi lettori quattro modalità diverse di acquisto di Mr Gwyn: cartaceo, in formato .mobi proprietario Amazon per Kindle, in formato .epub e .pdf con Adobe DRM.

Cliccando su ciascun link potete trovare la storia di Baricco a 14 euro (cartaceo), 8,50 euro (Amazon), 9,99 euro (.epub e .pdf, entrambi leggibili su Kobo). Viceversa, se passate dal sito della libreria (www.lafeltrinelli.it) non troverete traccia del formato per il Kindle (non vorrete certo fare un torto alla vostra libreria italiana preferita andando a comprare l’ebook dagli americani, nevvero?).

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