Cose leggere di saggistica italiana (più un classico in lingua straniera da riscoprire) recente? Vi consiglio cinque libri che mi sono passati fra le mani. Un ringraziamento alla Biblioteca Civica di Rovereto, che custodisce una copia dell’ormai introvabile e fuori catalogo libro postumo di Hitchens – certo, a oggi si può comunque comprare a 35 euro su eBay e simili –, e a Einaudi che mi ha fatto omaggio dei libri di Viola e Mantellini (grazie!). Come in una puntata di “Sei gradi” di Radio Tre, i cinque saggi sono legati tra loro perché dalla famiglia passiamo al divorzio, dal divorzio all’avvocata divorzista che parla dei suoi libri preferiti, da un libro di Natalia Ginzburg che ha ispirato Mantellini una riflessione sulla vecchiaia oggi, dalla vecchiaia alla morte. Tutti, tranne Mortalità, sono disponibili anche in formato ebook tra i cinque e i dodici euro, verificate se la vostra biblioteca li ha in digitale.
Simonetta Sciandivasci (a cura di), I figli che non voglio, Mondadori. Raccolta letta per Geranio, il gruppo di lettura online cui partecipo. Titolo dietro al quale troverete pure gente che di figli ne ha avuti, però immagino che intitolarlo Figli sì, figli no sarebbe stato meno accattivante. Essendo una raccolta troverete le opinioni più varie, gran parte delle quali sono apparse sulla “Stampa” alimentando un bel dibattito in un Paese come il nostro dove le donne tendono comunque a fare meno figli. Le storture dovute all’inverno demografico che attende la società italiana si riflettono anche negli interventi più giornalistici che avrei limitato. In generale mi sono piaciute di più le testimonianze di chi dice senza mezzi termini “madri mai” di quelle che dicono “non so”.
Giuseppe Culicchia, Finché divorzio non vi separi, Giangiacomo Feltrinelli Editore. Satira al tempo del politcamente corretto sulle coppie che si separano aggiornata anche alle combinazioni oltre la lui/lei, che Culicchia sbrigativamente attacca in fondo al volume dopo aver descritto il punto di vista di lui e il punto di vista di lei riguardo a cosa capita alle copie che si sposano e poi si separano. Leggevo un po’ scettico pensando che quelli della mia generazione che conosco raramente si sono sposati saltando subito alla fase di farsi una famiglia. Però Culicchia è del 1965, ha quindici anni più di me, quindi può darsi che stia racontando qualcosa che riguarda la sua generazione. Riprendendo le parole di Douglas Adams, un pamphlet: fondamentalmente innocuo.
Ester Viola, Voltare pagina: dieci libri per sopravvivere all’amore, Einaudi. Ester Viola, di cui avevo molto appezzato l’esordio L’amore è eterno finché non risponde (2016) sia il seguito Gli spaiati (2018) torna per raccontarci dieci libri che qualcosa sull’amore possono insegnarlo, da Alta fedeltà di Hornby fino a Revolutionary Road di Yates. A cornice della descrizione dei dieci libri altrettanti casi di coppie che scoppiano o donne e uomini scottati dall’amore in quel di Milano che tutti attira e tutto trasforma. Un testo riconducibile al genere dei libri che consigliano altri libri, Voltare pagina ci riporta nel mondo letterario dell’autrice ma facendoci rimanere troppo poco, come in visita in uno di quei palazzi meneghini dove “sono i camerieri a portare i cani in strada”.
Massimo Mantellini, Invecchiare al tempo della rete, Einaudi. Concepito come un tributo al saggio La vecchiaia di Natalia Ginzburg (disponibile in Mai devi domandarmi), testo in cui nel 1968 la scrittrice si interrogava a 52 anni (!) su che cosa volesse dire diventare vecchi, Mantellini fa il punto su cosa significhi, cinquanta anni dopo, la stessa cosa. Cosa c’è di diverso? “È accaduto che la tecnologia è diventata ubiquitaria e molto potente […] oggi il tema principale riguarda il patto che la vecchiaia stringe con le tecnologie digitali e la loro invadenza”. Memorabile l’analisi del vecchiogiovane che l’autore identifica come una delle reazioni possibili all’attuale età digitale: “Il vecchiogiovane […] riconosce [la sua età] e la rifiuta” per poi infine gettare anche lui la spugna.
Christopher Hitchens, Mortalità, Piemme (trad. it. di S. Puggioni e A. Carena). Volume del 2012 che raccoglie gli ultimi articoli scritti su “Vanity Fair” dallo scrittore britannico, poi statunitense, Christopher Htichens, scomparso il 15 dicembre 2011 a 62 anni per un cancro all’esofago. L’ho recuperato grazie a un’indagine sui mestieri della morte che la casa editrice per cui lavoro pubblicherà a maggio 2023. Mortalità è il racconto della scoperta della malattia, della speranza di essere in quell’esigua percentuale di persone capaci di scamparla fino alla “decisione di accettare qualunque cosa la mia malattia mi riservi e di rimanere combattivo pur misurando la portata del mio inevitabile declino”. Memoir disincantato di un ateo sul nostro comune destino.