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Amazon e la sua editoria: gli scrittori che aderiscono a KDP Select saranno pagati a pagina letta

"I never Iiked the way the monitor Iooked. And then it occurred to me…who needs it?"

“I never Iiked the way
the monitor looked. And then it occurred to me…who needs it?”

È passata in sordina in Italia l’ultima svolta di Amazon in campo editoriale; dal 1° luglio 2015 gli aderenti al programma Kindle Direct Publishing (KDP) Select come scrive Nate Hoffelder su Ink, Bits and Pixels saranno pagati per ogni pagina “letta” dai loro lettori, non per il numero di volte che il loro ebook sarà stato preso in prestito. Ricordiamo che KDP è la piattaforma di selfpublishing di Amazon – leggete il post di Anna Campanella su scrivo.me per saperne di più – e che KDP Select (in questo specifico caso, all’interno del servizio di libri digitali in abbonamento Kindle Unlimited) è un programma di affiliazione in esclusiva alla piattaforma di Amazon per gli scrittori che si avventurano nella autopubblicazione in formato digitale.

Insomma, mentre un autorevole analista del panorama editoriale contemporaneo come Mike Shatzkin non vede nel prossimo futuro grandi sconvolgimenti – “The publishing business as we have known it is not going away anytime soon” (11 giugno 2015, www.idealog.com) –, dall’altra è indubbio che Amazon stia continuando a sperimentare sulla pelle viva dei lettori e dei creatori di contenuti. Io scrittore vengo pagato per ogni pagina letta? Allora forse devo cambiare il mio modo di scrivere se voglio assicurarmi entrate costanti nel tempo. Forse devo rinunciare a costruire un romanzo, quando dieci racconti brevi hanno più possibilità di essere letti (come sottolinea Clément Solym su www.actualitte.com: “Les auteurs indés rémunérés à la page avec Kindle Unlimited”).

A chi il mondo editoriale lo vive dall’interno è chiaro come Amazon stia diventando sempre più un editore vero e proprio, che applica però alla narrativa – il “genere” principe degli scrittori autopubblicati – un criterio economico volto più alla stesura di saggi e manuali che a quella di storie. Abbiamo bisogno di un nuovo libro sulla pesca sportiva? Contattiamo un esperto e chiediamogli se è in grado di scrivere un numero X di cartelle per un compenso Y. Solo nel caso di pubblicazioni particolari – un racconto breve che deve uscire su un settimanale oppure dev’essere pubblicato in una antologia – lo scrittore viene invitato (non sempre coglie l’antifona!) a rispettare un numero limitato di battute per rimanere nella pagina, diciamo così. E qui salta all’occhio un paradosso per chi ha più memoria.

Rammentate quando si diceva che il libro elettronico aveva finalmente liberato lo scrittore (e il lettore) dai limiti imposti dalla carta? Potrò ben prendermi Gli increati l’ultimo di Antonio Moresco da leggere sul tram anche se è lungo più di 1000 pagine, tanto c’è l’ebook che mi salva la spalla o la schiena dal suo peso. Anzi, perché non posso prendere esempio da Moresco, o altri scrittori-fiume, e pubblicare finalmente in formato elettronico quella storia della mia famiglia degli ultimi cento anni che ho da tempo nel cassetto? Quante risme di A4, corpo 11, interlinea 1 erano? Due o tre? Insomma, proprio ora che i libri si erano smaterializzati adesso Amazon per fini suoi (l’all-you-can-read funziona e attrae se le porzioni sono ridotte evidentemente) mi consiglia o di scrivere meglio o di scrivere meno!

Non so se Amazon sia la fine dell’Editoria con la E maiuscola come mi scrive Mirta su Twitter né se questo modello di remunerazione per gli scrittori possa decretare un depauperamento letterario dei testi che appaiono principalmente in formato digitale. Quello che so è che mi ricorda molto da vicino – e perdonate se il paragone è già stato fatto e anzi stia quasi diventando un nuovo cliché – quel che accadde a metà Ottocento con i feuilleton; là fuori, nella Rete, ci sono in giro nuovi (antichi) modi di raccontare storie determinate da chi (per ragioni di lucro più che culturali, certo) ha le redini della comunicazione in questo momento.

Immagine | Paycheck (2003)

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Startup editoriali digitali: Bookolico, dalla vendita allo streaming degli ebook anche in Italia

9,90 euro al mese per leggere tutti i libri digitali che ti piacciono? Bookolico

9,90 euro al mese per leggere tutti i libri digitali che ti piacciono? Bookolico

Libri digitali in abbonamento? Sembra che questa fine 2014 abbia messo il pedale sull’acceleratore per quel che riguarda l’alterità dell’ebook rispetto al libro tradizionale. Non solo il libro digitale non ha più un supporto fisico ma forse il suo modello di fruizione si sposa meglio con una tariffa d’accesso fissa rispetto a un prezzo di copertina un tanto a titolo. Bookolico propone proprio questo, a poco meno di dieci euro al mese ti faccio leggere tutte le storie che vuoi. Grazie alla loro disponibilità ho fatto una chiacchierata con Marco Cardillo – come prima di me hanno fatto i ragazzi di Way to ePub – per capire meglio la loro offerta. 

Complice il lancio di Kindle Unlimited in Italia questo autunno, Bookolico sta guadagnando molta visibilità; tuttavia oltre a essere una start-up impegnata nell’editoria digitale almeno dal 2012, e questo l’abbiamo capito, siete prima di tutto delle persone. Quanti siete, chi siete e quali esperienze avete? Come si è costruita la squadra che sta dietro alla vostra piattaforma?

Il team di Bookolico è composto da quattro ragazzi, tutti under-30. Le nostre competenze sono molto eterogenee, e probabilmente questo è uno dei nostri punti di forza. Abbiamo creato Bookolico una volta conclusa l’università: Giuseppe, da cui tutto è partito all’inizio del 2012, è laureato in Ingegneria Gestionale; Davide in Ingegneria Informatica; Gianluca in Economia e direzione delle imprese; infine, ci sono io, Marco, laureato in Psicologia dell’Organizzazione. Insomma, quattro percorsi formativi e professionali diversi, che si sono integrati in Bookolico.

La vostra mission dichiarata è nientemeno che la creazione di un nuovo modello editoriale, parole vostre. Quali rapporti avete con altre realtà italiane – pensiamo a Bookstreams per rimanere nel vostro ambito – o straniere magari che stanno percorrendo la vostra stessa strada? Quali sono le vostre previsioni di crescita per il vostro modello di business?

La nostra mission è, in effetti, molto ambiziosa. Ma per creare una startup digitale, in Italia, nel mondo dell’editoria… devi necessariamente essere ambizioso. Il nuovo modello editoriale che proponiamo consiste nel passaggio dall’economia della vendita, all’economia dello streaming. In altre parole, le persone, anziché comprare il prodotto, lo usano in streaming, pagando un abbonamento. Questo non cambia soltanto le abitudini del lettore; ma cambia, forse ancora di più, le abitudini dell’editore, che inizia a guadagnare i propri soldi in un modo completamente nuovo rispetto al passato, e a cogliere opportunità che non avrebbe mai immaginato prima. In Italia ci sono altre realtà simili alla nostra, ma con differenze sostanziali. Tu ricordi Bookstreams, ma va citato anche il progetto LEA di Laterza e, ovviamente, Kindle Unlimited di Amazon. Tutti servizi interessanti, ognuno con le proprie peculiarità. Nel mondo, invece, ci piace molto l’americana Oyster, così come la spagnola 24Symbols. Noi, comunque, crediamo di avere alcuni vantaggi rispetto agli altri servizi; speriamo di convincere di questo editori e lettori!

Rileggendo un po’ la vostra storia ci è parso di capire che un punto di svolta per voi sia stato il passaggio da piattaforma per ebook scritti da selfpublisher a piattaforma per ebook curati da editori. Cosa vi ha portato a questa scelta? Cosa pensate di Kindle Unlimited che offre entrambi questi ebook con momentaneamente netta prevalenza degli ebook autopubblicati?

Abbiamo scelto di cambiare strada perché l’esperienza con il selfpublishing ci ha permesso di conoscere da vicino l’industria editoriale, i suoi problemi e le sue prospettive future. Così abbiamo iniziato a coltivare il grande sogno di creare una piattaforma per la lettura di ebook in streaming, tramite abbonamento. Insomma, una sorta di Spotify per i libri. Il progetto, quindi, nasce dall’analisi del mercato e dei suoi trend; ma è arricchito dalla nostra visione e ambizione, senza le quali non saremmo qui. Il selfpublishing, comunque, è uno degli aspetti più interessanti dell’editoria contemporanea, e non è assolutamente escluso che riprenderemo a trattarlo, un giorno. Se Kindle Unlimited, così come Oyster e altri, offrono anche titoli autopubblicati, è fondamentalmente per incrementare la quantità di titoli in catalogo. La grande sfida per tutti i servizi di streaming di ebook, infatti, è quella di mettere insieme un catalogo grande ed eterogeneo, coinvolgendo sia le case editrici più famose, sia quelle piccole e indipendenti. 

Bookolico_2

Siete prossimi al lancio ufficiale della vostra piattaforma, come sta andando la fase di sperimentazione? Cosa avete imparato dagli utenti che l’hanno sperimentata finora? Bookolico ha una parte social di condivisione delle letture che ci ricorda quelle sperimentate da Amazon e Kobo tra gli altri, che peso ha all’interno del vostro progetto? Quanto l’hanno sfruttata i beta tester del servizio?

Siamo molto soddisfatti dei risultati del test. Il nostro scopo era ricevere feedback sia dai lettori sia dagli editori. I lettori hanno apprezzato questa nuova modalità di lettura, in particolare la possibilità di navigare facilmente tra un libro e l’altro, senza limiti di tempo e senza fare alcun download. Inoltre il test si è rivelato utilissimo per tutte le segnalazioni che abbiamo raccolto, le critiche costruttive e i suggerimenti. La nostra parte social è ancora ad uno stadio embrionale, come del resto tutta l’app; devo dire, però, che ai lettori piace molto la possibilità di votare e commentare i libri, creare la propria libreria e sbirciare quella degli altri utenti. D’altronde, servizi come aNobii e Goodreads dimostrano che il social network per i libri funziona. Quello che Bookolico aggiunge, è la possibilità di leggere anche i libri. Agli editori, invece, abbiamo chiesto di testare l’applicazione per toccare con mano la sostenibilità economica del nostro modello. Proprio in questi giorni stiamo distribuendo gli incassi del mese di ottobre… adesso aspettiamo i feedback degli editori a riguardo.

Raffreddiamo un po’ gli entusiasmi di chi come me avrebbe voluto provare subito la vostra piattaforma; “solo” chi ha un iPad può diventare un utente Bookolico: state già lavorando per espandervi in ambienti Android? Anche se leader, Apple sta perdendo terreno in questo mercato. Infine, rispetto agli ebook reader come vi ponete? Rientrano nel vostro progetto?

La nostra intenzione è rendere Bookolico un’app multi-device. Apple rappresenta solo il punto di partenza, ma, man mano che cresceremo, vogliamo perfezionare l’app (c’è ancora tantissimo lavoro da fare) e portarla al più presto sui tablet Android, sugli smartphone e su desktop. Per gli ereader è un po’ più complicato, dato che generalmente non sono così sofisticati tecnologicamente da supportare una vera e propria app. Ma di sicuro li teniamo in considerazione. Anzi, posso anticiparti che Bookolico è piaciuta molto a una società produttrice di ereader; stiamo cercando di capire come possiamo collaborare insieme. 

A Kindle Unlimited ha aderito una minoranza degli editori storici italiani (Giunti, Newton Compton e Fazi); scorrendo la vostra “vetrina” vediamo sigle editoriali che della proposta in streaming di Amazon per ora non si vedono come Feltrinelli, Hoepli…  come sta andando la vostra campagna di reclutamento? A pieno regime in quanti saranno presenti sulla vostra piattaforma e con quali titoli? 

Gli editori che hanno firmato il nostro contratto sono circa una trentina. Alcuni di loro in realtà stanno solo testando il servizio fino alla fine di novembre. Valuteranno in seguito se aderire o meno. Siamo fiduciosi su molti di loro… speriamo bene! Pensiamo che il numero degli editori aumenterà sensibilmente una volta che saremo online, quindi il catalogo attuale è soltanto un punto di partenza. Per quanto riguarda la scelta dei libri da inserire sulla nostra piattaforma, lasciamo decidere gli editori. Generalmente, comunque, gli editori aderiscono con il loro intero catalogo di ebook.

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Kindle Unlimited, ebook illimitati ma quali? Chi si abbona sa cosa potrà leggere?

Dieci euro al mese e leggo in digitale tutto quel che voglio… oppure no?

Dieci euro al mese e leggo in digitale tutto quel che voglio… oppure no?

Pentito di non aver scelto un Kindle come lettore digitale? Lo ammetto, per un attimo, stamattina, all’annuntio vobis gaudium magnum, che Kindle Unlimited era stato attivato in Italia ci ho pensato. Spendendo poco meno di dieci euro al mese (9,99 euro) chi oggi possiede un ereader Amazon può accedere gratuitamente a ben 15.000 titoli in italiano. Perché comprare un libro quando puoi noleggiare una biblioteca? 120 euro all’anno circa e l’esperienza di entrare in una libreria possiamo scordarcela, roba del passato. E chi ha un Kobo come me? Beh, può sempre scaricarsi l’applicazione Kindle per Android e leggersi tutto quel ben di Dio sul telefono o il tablet.

Eppure qualcosa non torna, facile che le cose cambino in un battito di ciglia ma per ora Kindle Unlimited non ha trovato sponde presso i principali editori italiani… ma come, non hai visto che è disponibile tutta la saga di Harry Potter in italiano e in inglese? “12 anni schiavo” di Northup? “Stoner” di John Edward Williams? “Verso la scelta vegetariana” di Sandro Veronesi? “Dodici” di Zerocalcare? Ok, questo significa che sulle barchette di Amazon sono saliti J.K. Rowling (non Salani), Newton Compton (199 titoli), Fazi (435 titoli), Giunti (527 titoli), sei volumi di Bao Publishing ecc. Mi perdoneranno gli editori che ci sono e che non ho citato.

A questa forma di accesso illimitato alle storie contenute nei libri non hanno aderito finora cinque (Mondadori, De Agostini, Rcs, GeMS, Feltrinelli) su sei dei principali gruppi editoriali italiani. E il sesto? Il sesto sì. Del resto “Amazon e Giunti insieme per un nuovo modello di libreria: il libro digitale incontra quello di carta” la Stampa 09/05/2014, ricordate? Senza che andiate a leggervi l’articolo di Letizia Tortello, da questa primavera è possibile acquistare i lettori digitali Kindle nei 170 punti vendita Giunti, ed ora i titoli della casa editrice di Firenze primeggiano tra quelli offerti da Kindle Unlimited; la collaborazione continua.

KindleUnlimitedSe intendete rinfrescarvi i nomi di chi ha già sperimentato questa formula di lettura digitale vi segnalo tra i tanti post usciti oggi “Ebook in abbonamento: Amazon lancia anche in Italia Kindle Unlimited” di Alessia Rastelli. Eh sì, perché Amazon non è certo stata la prima a proporre il modello “giro pizza” per gli ebook, ovvero tu paghi e tutto quel che riesci a leggere te lo diamo a 9,99 euro al mese (10 titoli al massimo nell’arco di trenta giorni però, non allargatevi troppo). Chissà ad esempio se Bookolico, la prima piattaforma in Italia per la lettura di ebook in streaming on-demand, uscirà dalla sua fase di start-up per dividersi con Amazon questa nuova forma di accesso ai contenuti editoriali.

Mi sarebbe piaciuto leggere qualche articolo che raccontasse perché certi editori su Kindle Unlimited ci sono e altri no, avrei voluto scoprire qualcosa di più dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori invece di rileggere sempre lo stesso comunicato stampa di Amazon, più o meno modificato. Non li avrò trovati io oggi, arriveranno domani le domande giuste alle persone deputate a rispondere, qualche giornalista curioso mi darà una mano. Se Amazon è il grande nemico degli editori – ma c’è chi sostiene di no, vedi “There is no war between Amazon and Traditional Publishing” di Baldur Bjarnason – è difficile che Kinde Unlimited così come si presenta adesso possa intaccare le vendite dei libri cartacei.

Per quanto mi riguarda, deciderò di provare un servizio del genere quando saranno presenti i miei autori preferiti, J.K. Rowling non basta, mi dispiace; continuerò a prendere in prestito gli ebook che mi interessano in biblioteca, grazie a MLOL e al prestito interbibliotecario digitale piuttosto, c’è molta più scelta ed è anche un servizio gratuito. E poi in queste settimane se ne avrò la possibilità, il servizio è tuttora in prova, mi piacerebbe usufruire di LEA (Libri e Altro) di Laterza; sono curioso di sperimentare, anche solo per un mese, un abbonamento in streaming a un catalogo così specifico come il loro, specializzato in saggistica ma non solo.

Aggiornamento 05/11/2014: Sono felice di segnalare un articolo di Stefania Parmeggiani su Repubblica.it che raccoglie le dichiarazioni di chi ha aderito e soprattutto di chi non ha aderito a Kindle Unlimited: “I libri in streaming arrivano in Italia ma i big disertano” (cliccate qui).

Immagini | Kindle Unlimited

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