Emilio Cozzi sulla Domenica del Sole 24 ORE (“I lettori alla consolle”, 29/01/2012) ha ribadito un concetto già espresso da Matteo Bittanti su Wired (“La lettura è un videogioco”, 28/11/2011) riguardo agli ebook. Come la mettiamo con i libri presenti nei videogiochi? Possono essere considerati ebook veri e propri? In fondo per loro stessa natura sono digitali. Ecco, mi direte, questi oggetti sono però all’interno del gioco, cosa stai tentando di dirmi? Presto detto.
Il giornalista ha raccontato, dilungandosi più di Bittanti, il caso di Capaneus, uno sviluppatore software 29enne (il suo sito è capane.us), che ha deciso per sua comodità di convertire in formato .mobi ed .epub i “libri” presenti in The Elder Scrolls V: Skyrim un RPG della Bethesda Softworks. Capaneus ha di fatto “inventato la stampa” nel mondo fantasy immaginato dagli ideatori del gioco e ha messo gli ebook da lui creati a disposizione dei giocatori nel mondo reale.
[…] L’iniziativa di Capaneus, sorta di Francesco Bonaini del virtuale, allarga un ventaglio di futuri editoriali a portata di pad: che la lettura (in-game) diventi parte integrante di un gioco, elemento meta-ludico, o addirittura attività avulsa dalle esigenze narrative del suo contesto originario è una possibilità evidente e praticabile.
Cozzi nelle sue conclusioni trasmette entusiasmo e mi ha lasciato davvero senza parole, tanto da convincermi che, sì, il mondo là fuori, offre possibilità inaspettate per coloro che si dedicheranno all’editoria digitale. Non dobbiamo poi dimenticare, sull’onda di testi come La realtà in gioco di McGonigal (in ebook per Apogeo), giustamente ricordato da Cozzi, che i videogiocatori sono arrivati a essere un mezzo miliardo e di libri digitali potrebbero avere bisogno 🙂
Fermo immagine | The Elder Scrolls V: Skyrim (gameplay) by You Tube