Il corpo umano di Paolo Giordano
Mondadori, ottobre 2012, 9,99 €
Reading Life: 5 ore di lettura, 25 minuti ogni sessione, 2512 pagine girate.
«Lascia che quella sensazione appiccicosa lo trascini in una serie di fantasie via via più cupe, fino a sfiorare pensieri di morte».
Comprarlo, non comprarlo, alla fine ho deciso, un salto su inMondadori e dopo un attimo ecco il secondo libro di Giordano – nei giorni precedenti mi ero dedicato al suo esordio, ne scriverò – sul mio Kobo Glo. Cinque ore dopo… va bene, ben descritta la storia dei fratelli Egitto, buffa quella lunga digressione in Gulistan, l’ambientazione militare ed anche le storie “laterali” di personaggi come René, Ietri, Cederna, Masiero che in fondo al protagonista di questo libro, Alessandro Egitto, non importano granché tanto che a un certo punto non hanno preso neppure il sottoscritto.
Veniamo a noi: “Il corpo umano” non è una storia di/sulla guerra (almeno quanto non lo è il film “Mediterraneo”; chissà se il personaggio di Abib non sia un omaggio al “Nonzo” di Salvatores), non è una storia scritta male – fila liscia fino alla sua conclusione ad orologeria, con i suoi bravi colpi di scena ecc. – ma di sicuro potrebbe non “prendere” tutti i suoi lettori. Quando a un certo punto mi sono trovato a domandarmi: “Ok, allora adesso chi morirà tra i soldati che mi ha descritto Giordano?” ho capito di essere saltato fuori dal Lince, di essere sfuggito al suo meccanismo narrativo.
Quand’è che si ripiomba all’interno della storia di Giordano? Quando (sebbene di certo si sia documentato, abbia persino toccato con mano la polvere afghana per ricreare l’ambientazione militare ed esotica) narra del rapporto tra i due fratelli Egitto – Alessandro e Marianna – la vicenda che voleva raccontare, quella dove si trova più a suo agio, quella dove gli riesce meglio continuare a indagare la sua ossessione: quanto i nostri corpi siano reali (e abbiano esigenze del tutto estranee alla mente razionale) e quanto le nostre esistenze siano invece in balia dei sentimenti e della ragione. Aspetto un terzo libro più felice.