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Come ti avvicino il pendolare alla lettura digitale, Kobo Love Your Commute

La lettura (non parliamo della letteratura!) è una cosa seria; solo i nordamericani possono prenderla così alla leggera da sviluppare una iniziativa come Kobo Love Your Commute tesa a far conoscere gli ereader del loro marchio ai pendolari di Toronto. Prendete un gruppo di ragazzi qualsiasi, dotateli di zainetti con cento lettori Kobo, affiancate loro una scrittrice – Julie Wilson, pubblicata dalla misconosciuta HarperCollins, l’avranno drogata per convincerla, è chiaramente alterata ^___^ nevvero? – e sguinzagliateli per la metropolitana.

A questo punto che succede? Quando intravedono un lettore con il suo bel libro cartaceo, zac, gli regalano un Kobo con l’ebook della Wilson già caricato; roba da matti, un lettore e un libro digitale gratis (e sapete quanto il sottoscritto sia attaccato ai soldi) solo perché… sei già un lettore. Ovvio che i pendolari di Toronto rimangano prima di sasso e poi entusiasti di fronte a una campagna promozionale del genere, come ci insegna Scott Pilgrim vs. The World (vedi fotogramma), non è che ci sia granché da divertirsi nella capitale dell’Ontario.

“Fun? In Toronto?”

L’ebook di Julie Wilson, Seen Reading, ruota intorno ai pendolari e alle loro letture – ed è nato se ho capito bene da un blog sulla falsariga del “nostro” librimetro.wordpress.com –, proprio per questo è stato scelto da Kobo. Quanti spunti narrativi possono infatti nascere immaginando quali storie si celano dietro a un uomo o una donna che legge su un mezzo pubblico? Infiniti. E così, dopo quasi settecento avvistamenti debitamente registrati, Julie è passata dall’osservazione all’azione raccogliendo cento microstorie in un volume.

Tutti i dettagli di Kobo Love Your Commute – non conosco la paga dei ragazzi ma di materiali avranno speso 1300 dollari di lettori più 100 per gli ebook della Wilson, siamo dalle parti del Movimento 5 Stelle quanto a budget 😉 – li trovate in un post del blog dell’azienda nippocanadese (cliccate qui). Davvero un peccato che in Italia Amazon, Sony o IBS abbiano già fatto campagne simili sulle linee della metropolitana di Milano e di Roma e delle altre principali città… come dite? Non l’hanno ancora fatto? Beh, dovrebbero.

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